Come estrema forma di denuncia nei confronti dell’inerzia dell’Asp e della Regione Calabria”, queste la spiegazione del primo cittadino di Chiaravalle Donato, riguardo l’inizio del suo sciopero della fame mentre continua a occupare i locali dell’ex nosocomio della cittadina catanzarese. Non è solo, insieme a lui infatti altri esponenti politici locali e cittadini che sostengono la causa della Casa della Salute.


La politica distante dai problemi dei territori

Il progetto Casa della Salute era stato già finanziato con otto milioni di euro ma si è perso nei meandri della burocrazia, «mi aspetto che Oliverio venga qui a Chiaravalle con le carte firmate in mano», queste le parole del sindaco che si rivolge anche ai consiglieri regionali calabresi «ricevo telefonate di solidarietà ma nessuno di loro sa di cosa stiamo parlando. Nessuno sa che questa struttura sanitaria è aperte ed eroga servizi. Nessuno conosce il progetto casa della salute. Dimostrano solo di essere persone distanti dai problemi veri e concreti dei territori»

Salute, privilegio di pochi

«Se ci sono dei dirigenti che stanno bloccando questa pratica – ha fermamente ripetuto Donato - allora è giusto che vengano individuati e rimossi. Mi appello al governatore Oliverio affinchè traduca in fatti quanto lui stesso sta dicendo in questi giorni e cioè che gran parte delle inefficienze della Regione sono addebitabili agli uffici. Spero si renda conto che queste inefficienze poi le pagano i cittadini o, come nel nostro caso, le persone più deboli della società come gli anziani e gli ammalati. Qui da noi, il diritto alla salute è diventato un privilegio per pochi. Chi non ha i soldi per andare a farsi curare fuori, è destinato a morire».

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