Omicidio stradale, sequestrati beni a Domenico Emanuele Crea

L’incidente che provocò la morte di Giuseppe Liberto, 31 anni, avvenne nell’agosto del 2014. Disposto il sequestro conservativo dei beni a carico dell’indagato
di Manuela Serra
17 novembre 2016
22:25

Oggi al Tribunale di Palmi si è tenuta l'udienza preliminare del procedimento penale a carico di Domenico Emanuele Crea, 26 anni di Rizziconi, indagato per il reato di omicidio stradale ai danni di Giuseppe Liberto, 31enne.

 


Il Gup, Paolo Ramondino, a seguito dell'istanza di applicazione della misura cautelare reale del sequestro conservativo dei beni dell'indagato avanzata dai parenti della vittima (Rita Iannì,madre difesa dall'avvocato Maria Corio, Vincenzo Liberto, padre difeso dal legale Antonella Sciarrone e Rosario Liberto, fratello difeso dall'avvocato Susanna Sciarrone) tutti costituiti parte civile nel processo, ha oggi emesso l’ordinanza di applicazione del sequestro a tutela di un eventuale futuro risarcimento dei danni.

 

I fatti – La tragedia avvenne il 23 agosto del 2014 a Gioia Tauro in via Toscanini. Domenico Emanuele Crea, allora 24 enne, era alla guida del suo fuoristrada Mitsubishi Toyota Pajero quando si scontrò con un motoveicolo. A causa del violento impatto Giuseppe Liberto, alla guida della propria Yamah Tmax, fu scaraventato a terra e trascinato per diversi metri dall’auto. In gravi condizioni fu ricoverato all’ospedale di Polistena dove morì dopo nove giorni.

 

Come si evince dall’istanza presentata dai legali dei familiari della vittima Domenico Emanuele Crea, “nell’immediatezza dei fatti provvedeva a far portare via la propria autovettura mediante un autocarro, la quale restava nascosta per diversi giorni fino al sequestro avvenuto il 29 agosto 2014 in aperta campagna”.

 

Per i legali della parte civile l’unica preoccupazione di Crea sarebbe stata quella di “eliminare ogni traccia della propria presenza dalla scena del delitto al fine di sottrarsi ad ogni responsabilità penale e civile”. Non avrebbe avuto “nessuna apprensione per le condizioni del giovane rimasto gravemente ferito e successivamente deceduto”.

 

L’interrogatorio – Interrogato dagli inquirenti nei giorni seguenti il giovane 26enne, si sarebbe avvalso dapprima della facoltà di non rispondere, poi successivamente avrebbe espressamente dichiarato di aver impattato con il motociclo che proveniva dalla corsia di marcia opposta. Responsabilità che sarebbe stata accertata anche dalle risultanze della perizia disposta dal Gip del Tribunale di Palmi con incidente probatorio conclusosi il 21 aprile 2014.

 

Il sequestro beni - Nel corso dell’udienza preliminare svoltasi oggi accolta dunque la richiesta dei legali dei familiari. Posti sotto sequestro: un terreno, un immobile e un’impresa agricola, tutti siti a Rizziconi

Giornalista
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