Delitto Pagliuso: “Aspettiamo la verità, vogliamo il colpevole, non un colpevole”

Ad un anno di distanza dall'omicidio dell'avvocato Francesco Pagliuso, il ricordo della sorella e il suo commento sulle recenti indagini che hanno visto l'arresto di Marco Gallo come presunto killer di Gregorio Mezzatesta e la possibilità che sia sua anche la mano che ha premuto il grilletto la sera del nove agosto scorso quando il legale venne ucciso nel giardino della sua villa
di Tiziana Bagnato
9 agosto 2017
21:12

“Io credo e so che chi sta lavorando, lo sta facendo senza risparmiarsi e attendo il momento in cui al di là del ruolo e del grado potrò abbracciarli perché hanno perseguito la verità e la giustizia per mio fratello”. Antonella Pagliuso, sorella di Francesco Pagliuso, l’avvocato penalista lametino ucciso la sera del nove agosto scorso, in occasione dell’anniversario della morte del fratello, risponde così a chi le chiede se creda a quella verità che sembra essere più vicina, a quel presunto killer trovato ad una manciata di chilometri dal luogo dall’omicidio.


Poche parole, pesate e lucide le sue. Come sempre. Perché Antonella e il comitato “Per Francesco” hanno sempre fatto da pungolo, sollecitato l’opinione pubblica e chi di dovere affinché quello di Pagliuso non diventasse l’ennesimo delitto irrisolto, ma lo hanno sempre fatto senza polveroni, camminando sui binari della discrezione, attendendo la giustizia. Perché, ha spiegato Antonella, “vogliamo il colpevole, non un colpevole. E solo allora, parlerò liberamente”.



Nonostante i quasi quaranta gradi la Chiesa del Rosario era piena in ogni ordine di posto. Dagli avvocati del foro ai suoi clienti più modesti, in tanti hanno voluto ricordarlo e dedicargli una preghiera. “Un anno dopo nulla è cambiato – spiega Antonella Pagliuso - lui è sempre accanto a noi in ogni nostro momento di vita. Forse è cambiato il dolore per la sua assenza, che è certamente triplicato, il tempo non aiuta”.


Dopo quasi un anno di silenzio assoluto, qualcosa si è smosso nelle ultime settimane con l’arresto del presunto assassino di Gregorio Mezzatesta, il dipendente delle Ferrovie della Calabria ucciso lo scorso 24 giugno a Catanzaro. Mezzatesta era fratello di Domenico Mezzatesta, l'uomo che nel gennaio del 2013 con il figlio Giovanni uccise in un bar di Decollatura Francesco Iannazzo e Giovanni Vescio. A difendere i due Mezzatesta fu proprio Francesco Pagliuso, ucciso a poca distanza dalla sentenza che li vide riuscire ad evitare l’ergastolo.


Ma non sarebbe questo l’unico anello di collegamento tra i due delitti. Pagliuso avrebbe anche fatto fare pratica forense alla figlia di Mezzatesta nel suo studio. Ci sono poi le dinamiche dell’omicidio. Colpi precisi, precisissimi, sparati in punti letali da un assassino solitario. A cambiare solo le armi. Potrebbe quindi essere Marco Gallo l’esecutore di entrambi i delitti. Delitti su commissione, killer a pagamento. Questo il profilo che viene fuori al momento dalle indagini.


Intanto, due famiglie aspettano verità. “Non ho motivo di avere paura – dice intanto Antonella Pagliuso in risposta al titolo di una testata locale - così come non c’era motivo perché mio fratello morisse”.


Tiziana Bagnato

Giornalista
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