Omicidio a Catanzaro: acquisite le immagini degli impianti di videosorveglianza

Sull’agguato costato la vita al 54enne Gregorio Mezzatesta alta resta l’attenzione della Dda. Si tema una vendetta della ‘ndrangheta lametina
di Luana  Costa
25 giugno 2017
15:18
Catanzaro, il luogo dell’omicidio
Catanzaro, il luogo dell’omicidio

Si cercano nelle immagini degli impianti di videosorveglianza presenti su via Milano a Catanzaro indizi o tracce del killer che ieri mattina attorno alle 7.50 ha esploso sei colpi di pistola, di cui cinque andati a segno, contro Gregorio Mezzatesta, 54enne di Soveria Mannelli dipendente delle Ferrovie della Calabria.

 


Gli uomini del nucleo investigativo dei carabinieri di Catanzaro già nella giornata di ieri hanno provveduto ad acquisire le immagini registrate da una telecamera posizionata sulla via alberata a qualche metro di distanza dal luogo dell’omicidio. Meno utile alle indagini, invece, il sistema di videosorveglianza di proprietà delle Ferrovie della Calabria, il cui occhio è puntato nelle aree interne alla stazione ferroviaria ma i cui nastri sono stati ugualmente prelevati nel pomeriggio di ieri dagli uomini del comando provinciale dei carabinieri.

 

Tra le piste battute al momento dagli inquirenti vi sarebbe anche quella di una vendetta trasversale maturata in ambienti criminali. Gregorio Mezzatesta era infatti il fratello di Domenico Mezzatesta e lo zio di Giovanni Mezzatesta, i quali erano stati condannati alla pena dell'ergastolo per l'omicidio dei lametini Francesco Iannazzo, 29 anni, e Giovanni Vescio, 36 anni, uccisi il 19 gennaio del 2013 all'interno del bar “Reventino” di Decollatura. Proprio per la connessione emersa con la criminalità organizzata di Lamezia Terme, alta resta l’attenzione sul caso da parte della Direzione Distrettuale Antimafia di Catanzaro.

 

Ulteriori elementi utili alla ricostruzione della dinamica dell’omicidio potrebbero provenire inoltre da alcuni testimoni presenti sul posto. Uno in particolare, che sfruttando una privilegiata posizione d’osservazione sarebbe in grado di fornire dettagli rilevanti, è stato a lungo interrogato ieri mattina. Oltre ovviamente al collega di lavoro, Angelo Mazza, che si trovava in auto assieme a Gregorio Mezzatesta al momento dell’agguato e rimasto miracolosamente illeso.

 

La pistola, una 9X21 semiautomatica, utilizzata dal killer per freddare la vittima designata non è ancora stata ritrovata dagli inquirenti.

 

Luana Costa

Giornalista
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