Tutti gli articoli di Cronaca
PHOTO
È iniziato questa mattina nell'aula della Corte d'Assise di Reggio Calabria il processo a carico di Rocco Santo Filippone e Giuseppe Graviano, accusati dell'omicidio dei carabinieri Fava e Garofalo e di altri due episodi di tentato omicidio ai danni di esponenti dell'Arma.
Il procedimento, ancora in corso in questi minuti, ha svelato come le azioni di fuoco ai danni dei militari siano state parte della strategia stragista messa in atto da Cosa nostra e 'ndrangheta contro lo Stato. La Corte ha ammesso la costituzione delle parti civili, fra cui, oltre ai familiari dei carabinieri uccisi, anche i ministeri dell'interno e della difesa, la Regione Calabria, il comune di Reggio Calabria e quelli di Rosarno e Melicucco.
I legali di Graviano hanno presentato un'eccezione di nullità del decreto che ha disposto il giudizio immediato, sulla base di un interrogatorio incompleto da parte del gip nei riguardi del loro assistito. L'avvocato Contestabile, difensore di Filippone, si è associato, chiedendo, in subordine di eccepire l'incostituzionalità delle norme che dispongono il giudizio immediato, nella parte in cui non pongono rimedio alla compressione dei diritti di difesa dell'imputato. Il pm Giuseppe Lombardo si è opposto a tale ricostruzione, giurisprudenza alla mano, rivendicando la correttezza dell'operato del gip e dunque del decreto che dispone il giudizio immediato.
In questi minuti la Corte si è ritirata per decidere sull'eccezione di nullità. In aula è presente anche l'ex pm Antonio Ingroia che, da avvocato, difende alcuni familiari dei carabinieri Fava e Garofalo.