Cosche e riciclaggio, convalidato il fermo del “regista” Scimone

Regge l’impianto accusatorio dell’inchiesta “Martingala”. Custodia cautelare in carcere anche per l'imprenditore reggino Antonino Mordà e per Giuseppe Nirta
di Redazione
21 marzo 2018
10:38

Gli investigatori della Dia di Reggio Calabria e quelli del Comando provinciale della Guardia di finanza hanno notificato le ordinanze di custodia cautelare disposte dal gip di Reggio, su richiesta della Dda, nei confronti degli indagati già sottoposti a fermo il 19 febbraio scorso nell'operazione "Martingala" - e per i quali i giudici in sede di convalida si erano dichiarati incompetenti - eseguita in contemporanea con un'altra operazione coordinata dalla Dda di Firenze e che hanno dato un colpo al sistema di riciclaggio delle 'ndrine.


I nuovi provvedimenti hanno confermato l'impianto accusatorio nei confronti delle figure ritenute centrali dell'indagine, cioè l'imprenditore reggino Antonino Mordà e di Antonio Scimone che, secondo l'accusa, attraverso il fitto reticolo di imprese nazionali ed estere a lui riconducibili, aveva creato un "sistema" funzionale alla commissione di delitti che vanno dalla frode fiscale, al riciclaggio, dall'esercizio abusivo di attività finanziaria all'usura. Per entrambi è stata disposta la custodia in carcere. Applicata la custodia in carcere anche nei confronti di Giuseppe Nirta, accusato di autoriciclaggio e trasferimento fraudolento di valori.


 

Disposti, invece, i domiciliari per Antonino Carlo Chirico, ritenuto responsabile di concorso con Mordà nei reati di usura, bancarotta fallimentare e ricettazione di denaro, nonché dell'imprenditore Domenico Gallo, nei confronti dei quali i Gip, rispettivamente, di Torino e Alessandria non avevano convalidato il provvedimento di fermo.

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