‘Ndrangheta: operazione “Ulisse”, quattro vibonesi condannati in Lombardia

La Cassazione rende definitive le pene per gli imputati di Mileto. Fra le vittime alcuni imprenditori di Francica
di Giuseppe Baglivo
13 febbraio 2017
15:56
Corte di Cassazione
Corte di Cassazione

La seconda sezione penale della Corte di Cassazione, presieduta dal giudice Piercamillo Davigo, ha confermato la sentenza emessa dalla Corte d’Assise d’appello di Milano il 3 maggio dello scorso anno in un troncone dell’operazione antimafia denominata “Ulisse”.

 


Definitive quindi le condanne nei confronti di quattro vibonesi. Si tratta di: Salvatore Corigliano, di Mileto, 54 anni (in foto a sinistra), condannato a 6 anni ed 8 mesi di reclusione; Michele Silvano Mazzeo (in foto a destra), 46 anni, di Comparni di Mileto, condannato a 5 anni e 4 mesi; Antonio Staropoli, 50 anni, di Mileto, condannato a 6 anni ed 8 mesi; Fortunato Galati, 46 anni, di Mileto, condannato a 8 anni di carcere.

 

L’inchiesta denominata “Ulisse” rappresenta di fatto la prosecuzione dell’indagine “Infinito”, condotta nel luglio 2010 contro i “locali” di ‘ndrangheta trapiantati al Nord.

 

Ad avviso degli inquirenti, a trattare l’importo di una tangente con le vittime, individuate in alcuni imprenditori di Francica, nel Vibonese, titolari di una concessionaria di auto a Giussano, sarebbe stato Michele Silvano Mazzeo. Salvatore Corigliano, invece, sarebbe stato uno “sgarrista” che avrebbe partecipato al “rimpiazzo” del futuro collaboratore di giustizia Antonino Belnome, presenti pure, ad avviso degli investigatori, Peppino Corigliano di Mileto, il defunto boss di Monasterace Andrea Ruga, i fratelli Rocco e Francesco Cristello, Francesco Elia e Claudio Formica, gli ultimi quattro di Mileto e collocati nel “locale di Giussano”. Antonio Staropoli sarebbe stato invece uno “sgarrista” del “locale di Seregno”. 

 

Giuseppe Baglivo

Giornalista
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