‘Ndrangheta a Lamezia, i nuovi vertici del clan Giampà

Il ruolo apicale di Saverio Giampà, Pasquale e Gianluca Notarianni nella criminalità lametina. La contrapposizione ai Torcasio e la gestione delle estorsioni e dello spaccio di droga
di Manuela Serra
28 giugno 2017
15:53

Nuovi vertici, una nuova organizzazione, il clan che si rinnova: così la cosca Giampà egemone a Lamezia pensava di di poter riaffermare il proprio ruolo sul territorio. Dalle carte dell'operazione "Filo Rosso", scattata questa mattina, che ha portato al fermo di nove persone, emerge il ruolo di primo piano di Saverio Giampà, Pasquale e Giovanni Notarianni.

 


Figlio di Carmine Vincenzo Notarianni, appartenente alla ‘ndrina dei Notarianni, intesi “Pilosci’ (attualmente sottoposto agli arresti domiciliari) – secondo gli inquirenti - Pasquale Notarianni avrebbe attualmente assunto il ruolo di vertice, unitamente a Gianluca Giovanni Notarianni e Saverio Giampà, di un nuovo gruppo criminale ‘ndranghetistico, che rivitalizza la cosca Giampà, costituito al fine di gestire principalmente le estorsioni a Nicastro e su tutta via del Progresso di Lamezia Terme, con autorità di impartire disposizioni, assumendo decisioni circa l’orientamento degli affiliati nella perpetrazione indiscriminata di una serie indeterminata di reati tra i quali, estorsioni in danno degli imprenditori locali, nonché lo smercio di sostanze stupefacenti, sempre nell’ambito della cosca Giampà.


L’abitazione di Pasquale Notarianni era divenuta la base logistica del nuovo gruppo criminale. Tale risultanza, probabilmente legata al fatto che lo stesso era ristretto agli arresti domiciliari, è confermata da numerose intercettazioni captate, sia telefonicamente che in ambientale. Riceveva continue visite da parte degli altri affiliati alla cosca che, riconoscendogli un ruolo di comando, si recavano al suo cospetto per ricevere disposizioni in merito alle strategie da adottare relativamente alle molteplici attività illecite poste in essere sul territorio.


Che il gruppo criminale avesse i crismi di una organizzazione mafiosa, emerge anche da una delle conversazioni intercorse tra Gianluca Notarianni e Saverio Giampà:

 

SAVERIO: non hai capito? deve venire Pasquale! Pasquale o comanda
GIANLUCA: si gasa, comanda, se...
SAVERIO: o fa quello che deve fare!
GIANLUCA: ma dico, non possiamo andare a fargli un discorso a Pasquale?
SAVERIO: che discorso che dice che...
GIANLUCA: se la nega, poi se la nega... hai capito? ci dobbiamo ammazzare!...
…omississ…


Inoltre, emergeva, che Gianluca Giovanni Notarianni arrogava il suo ruolo di assoluta rilevanza nel contesto associativo, derivante dall’essere figlio di un “ergastolano” (Aldo Notarianni) e di non aver quindi nessuna intenzione di sottostare ad alcuno: “Io non devo dare conto a nessuno ho un inc. … all'ergastolo, forse non avete capito, non hanno capito forse, io non devo dare conto a loro”.


Dalle conversazioni intercorse tra Gianluca Giovanni Notarianni e Saverio Giampà, dimostravano la volontà di acquisire un ruolo verticistico all’interno del gruppo criminale, quando, facendo riferimento alla prossima scarcerazione di Vincenzo Giampà “Camacio”, affermavano che anch’egli avrebbe dovuto tener conto della nuova strutturazione della stessa consorteria e, quindi, unirsi a loro senza velleità di comando; tant’è che i due si fregiavano della loro evoluzione nell’ambito malavitoso “siamo cresciuti anche noi, ehe”.


Le rivalità con la cosca Torcasio. Erano concordi nella valutazione che avrebbero dovuto riorganizzarsi come “gruppo”, cercando di trovare al più presto le risorse economiche, in modo tale di non farsi trovare impreparati ad eventuali contrasti con soggetti delle cosche opposte. E’ chiaro, in questo contesto, che Saverio Giampà discutendo con Gianluca Giovanni Notarianni, temeva un riacutizzarsi dei conflitti con esponenti della cosca Torcasio.


Infatti, esternando tutta la loro preoccupazione, commentavano l’arresto ed il sequestro di numerose armi clandestine nei confronti di tali Saverio Torcasio detto “il geometra” e Pasquale Caligiuru, ipotizzando che gli stessi si stessero organizzando al fine di compiere azioni omicidiarie al loro indirizzo. A tal proposito Saverio Giampà riferiva al suo interlocutore Gianluca Notarianni che appena avrebbe avuto disponibilità economiche sufficienti, avrebbe sicuramente agito di anticipo realizzando azioni cruente nei confronti dei soggetti ritenuti loro contrapposti.

 

Giornalista
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