‘Ndrangheta: chieste 5 condanne per i Soriano di Filandari

La Procura generale chiede poi ai giudici di astenersi dal giudizio. Stralciata la posizione di Leone Soriano
di G. B.
22 gennaio 2018
17:49

Nuova udienza in Corte d'Appello a Catanzaro per il processo nato dall’operazione antimafia denominata “Ragno” contro il clan Soriano di Filandari, scattata nel novembre 2011 ad opera dei carabinieri della Stazione di Vibo guidati dal comandante Nazzareno Lopreiato, coordinati dall’allora pm della Dda di Catanzaro, Giampaolo Boninsegna. 

 


Le richieste di condanna del sostituto procuratore generale, Raffaella Sforza, interessano:
Gaetano Soriano ed il figlio Carmelo Soriano per i quali sono stati chiesti 9 anni di reclusione a testa per il reato di associazione mafiosa; 3 anni, 4 mesi ed 800 euro di multa del precedente giudizio è stata chiesta per Graziella Silipigni; 2 anni e 6 mesi per Francesco Parrotta per l’estorsione ai danni della ditta Romano, con esclusione però delle modalità mafiose; 10 anni e mesi 8 di reclusione la richiesta per Giuseppe Soriano, figlio di Graziella Silipigni. Stralciata, invece, in seguito alla presentazione di una certificazione medica, la posizione di Leone Soriano (difeso dagli avvocati Diego Brancia e Salvatore Staiano) che verrà discussa il 7 febbraio prossimo.

 

Dopo il deposito da parte dell’avvocato Daniela Garisto di una sentenza emessa dagli stessi giudici nell’ambito di una misura di prevenzione nei confronti di Giuseppe Soriano, il sostituto procuratore generale, Raffaella Sforza, ha però chiesto alla Corte d'Appello di astenersi dal giudizio. Atti quindi al primo presidente della Corte d’Appello di Catanzaro che dovrà decidere se i giudici potranno continuare il processo a carico dei Soriano. Ogni decisione in merito verrà comunicata il 7 febbraio prossimo.

 

L’inchiesta “Ragno” ha permesso di ricostruire gli affari e gli assetti della “famiglia” Soriano di Pizzinni di Filandari. Il 28 maggio 2014 si era però registrata una raffica di assoluzioni per tutti gli imputati ad opera del Tribunale di Vibo Valentia, presieduto all’epoca dal giudice Fabio Regolo, ora pm alla Procura di Catania. La Corte d’Appello il 28 maggio 2015 ha però totalmente ribaltato il verdetto di primo grado decidendo per dure condanne. Il 20 aprile 2016, infine, la Cassazione ha annullato con rinvio le condanne ordinando un nuovo processo d’appello per tutti gli imputati. Impegnati nel collegio di difesa gli avvocati: Giovanni Vecchio, Daniela Garisto, Marzia Tassone, Giuseppe Lopresti, Diego Brancia e Salvatore Staiano.

 

G.B.

 

Giornalista
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