Migranti, a Reggio Calabria un popolo di invisibili che dorme nei vagoni (VIDEO)

Ogni giorno ai semafori e nei negozi più frequentati. Spesso sfruttati per ripagarsi il viaggio e costretti a dormire nei vagoni in disuso della stazione centrale. Ecco come vivono tantissimi migranti nella città dello Stretto
di Dominella Trunfio
28 agosto 2017
14:55
Migrante fuori da un market
Migrante fuori da un market

Di giorno sono ai semafori o fuori dai negozi più frequentati della città. Con un bicchiere vuoto o un cappellino in mano chiedono l’elemosina, c’è chi è più insistente e chi invece si rassegna facilmente. Ma dietro quelle monetine raccolte aleggia sempre più lo spettro del racket che li sfrutta. Un fenomeno che non ha alcun legame con i migranti ospitati regolarmente sul territorio, dietro cui si nasconderebbe un giro criminale. Proviamo a chiedere direttamente a loro come stanno le cose, ma quando ci vedono con le telecamere, la maggior parte indispettita, ci risponde di allontanarci.

 


I dati degli sbarchi 2017

Da gennaio 2017 secondo i dati del ministero dell’Interno, sono oltre 97mila i migranti arrivati sulle coste italiane e dopo Augusta, Catania e Pozzallo, Reggio calabria è uno dei porti maggiormente interessati agli sbarchi. O almeno lo era, prima del cosiddetto codice Minniti rivolto, soprattutto, alle organizzazioni non governative e teso a combattere, secondo il ministro, il traffico degli esseri umani e le speculazioni sulla pelle dei migranti. E che vede già i suoi frutti con un calo degli sbarchi. Ma chi è già arrivato in Italia e non rientra in un sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati, che fine fa?

 

«Sono partito dalla nigeria, passando per la Libia sono poi arrivato in Italia – dice un migrante al semaforo di una via centrale reggina – adesso chiedo l’elemosina per ripagarmi il viaggio, sono scappato senza soldi, senza cibo e assieme ad altri migranti dormo alla Stazione centrale».

I migranti che dormono in stazione

Alle prime luci dell’alba, i vagoni in disuso sono vuoti, ma di notte si trasformano in un vero e proprio dormitorio, anche se c’è chi si sdraia direttamente a terra. I migranti pagano un biglietto simbolico di un treno che non prenderanno mai, ma ciò gli permette di non avere problemi nel rimanere dentro la stazione ferroviaria. Mentre qualcuno si lava con una bottiglia d’acqua di plastica, sui vagoni i letti sono pronti, qualche lenzuolo bianco sulle poltrone e un forte odore tiene compagnia alla corta notte dei migranti. Alle cinque si è già in piedi e un altro giorno ricomincia.

 

Dominella Trunfio


Giornalista
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