Intimidazioni a Lamezia: si segue la pista mafiosa

Proseguono le indagini sulle intimidazioni di Lamezia Terme. La pista ormai è di stampo mafioso ecco perché la competenza passerà alla Dda di Catanzaro. Intanto, grazie al giovane fermato qualche giorno fa il quadro diventa sempre più chiaro
di Tiziana Bagnato
14 febbraio 2016
10:31

Potrebbe essere soprannominato il ragazzo del racket. Ha solo venti anni, si chiama Giuseppe Galluzzi ed avrebbe agito all'interno di dinamiche di stampo mafioso il giovane fermato pochi giorni fa nell'ambito delle indagini sulla lunga sequenza di intimidazioni che ha travolto nelle ultime settimane Lamezia Terme. Il quadro diventa ogni giorno sempre più chiaro. Così, anche se non è stato convalidato il fermo perché non sussiste il pericolo di fuga, il gip  ha disposto la misura cautelare in carcere per la sussistenza dell'aggravante mafiosa. Galluzzi avrebbe in un primo tempo ammesso le proprie responsabilità, avvalendosi poi in un secondo momento della facoltà di non rispondere. Ora la vicenda passerà  nelle mani della Dda di Catanzaro.

    E' stato proprio il ragazzo a fare ritrovare in un parco vicino alla sua abitazione, nella parte nord dell'ex comune di Nicastro, la maschera utilizzata per coprirsi il volto e la pistola usata per sparare alla saracinesca delle poste private di piazza Mazzini. Intanto, lunedì a Lamezia il prefetto di Catanzaro Luisa Latella incontrerà i rappresentanti delle associazioni delle categorie produttive per discutere di sicurezza pubblica. Alla riunione prenderanno parte anche il sindaco della città Paolo Mascaro, i vertici provinciali delle forze di Polizia ed i procuratori della Repubblica di Catanzaro e Lamezia Terme.

Tiziana Bagnato

Giornalista
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