Qui dove il fuoco si spegne e la speranza no (REPORTAGE)

Sui terreni confiscati al clan Arena e gestiti dalla cooperativa Libera “Terre Joniche” anni di sacrifici devastati da un incendio. Ma i ragazzi non si arrendono. Non si sono mai arresi. Sfidando anche la protervia mafiosa
di Redazione
30 agosto 2017
13:48

Un rogo, l’ennesimo. Questa volta appiccato dolosamente per distruggere il materiale ammassato in una discarica abusiva. Le fiamme spinte dal vento hanno poi raggiunto e devastato la Cepa di Isola Capo Rizzuto, dove la Cooperativa Terre Joniche, insieme a Libera e alle scuole, realizza attività didattiche. Quasi completamente carbonizzato un giardino botanico, frutteti, colture, percorsi naturali.


Germogli di speranza distrutti sui terreni confiscati al clan Arena, sui quali oggi sventolano le bandiere dell’associazione di don Ciotti. E’ una storia di resistenza civile, quella della Cooperativa Terre Joniche. Nove lavoratori soci, altri due non soci. Agricoltura sociale e turismo sostenibile. I ragazzi non si arrendono. Non si sono mai arresi, sin dal 2013 quando subirono la prima intimidazione mafiosa.



Le terre oggi sono meta per gruppi organizzati che giungono da tutta Italia. E’ un’espressione della Calabria migliore quella che colgono coloro che giungono qui da lontano. Qui dove si sta insieme, si cucina, si dividono il cibo, la fatica del lavoro e dell’onestà. Qui dove il fuoco si spegne, ma la speranza no.

 

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