Furto Progetto Sud, gli autori venivano dal campo rom

A dirlo le telecamere di videosorveglianza circostanti che hanno inquadrato alcune figure arrivare dalla strada che collega il ghetto con l'ospedale. I danni al gabbiotto che gestisce il servizio ticket del parcheggio ospedaliero ammontano a circa venti mila euro
di Tiziana Bagnato
25 settembre 2017
12:35

Le telecamere di videosorveglianza sono state divelte e gli rvm distrutti, ma quelle circostanti hanno continuato a registrare. E da queste che sono stati visti gli autori del furto e del raid vandalico ai danni del gabbiotto del parcheggio dell’ospedale  di Lamezia Terme. Un gabbiotto gestito dalla cooperativa Ciarapanì, realtà satellite della comunità Progetto Sud guidata da don Giacomo Panizza. Gli autori dell’atto venivano dal campo rom, dalla strada che congiunge il ghetto al nosocomio.

I danni ammontano a quasi venti mila euro

Solo la scorsa settimana, infatti, in seguito ad un furto di cui la comunità aveva preferito non dare notizia, la macchina erogatrice dei ticket per il parcheggio era stata blindata con un ulteriore dispendio di denaro. Resa inutilizzabile, con un accanimento a cui è difficile trovare ragione, costerà ora circa 16 mila sostituirla. Un lavoro studiato nei minimi dettagli. Dalla carrozzina per bambini utilizzata per sollevare ciò che era pesante, fino alle enormi chiavi da meccanico usate per smontare automobili portate sul posto per essere agili nello scasso.


 

Ciò che non serviva dagli attrezzi alle refurtiva è stato poi gettato nel vicino corso d’acqua. Una scena del crimine, insomma, non limitata al gabbiotto. Hanno dovuto faticare gli uomini della polizia per riuscire a recuperare tutto, anche se ormai inutilizzabile.  Un furto che arriva a meno di una settimana dal precedente e ad una settimana dai danneggiamenti fatti alla cooperativa Le Agricole. Una comunità la Progetto Sud, insomma, nel mirino. Impossibile non porsi degli interrogativi. Al gabbiotto lavorano due rom, oltre a persone con disabilità psichica, ex tossicodipendenti, ospiti dello Sprar. Ma Panizza non punta il dito e si chiede chi ci sia dietro questo gesto,se siano veramente rom coloro che sono scesi dalla strada che collega l’ospedale al campo e se siano manovrati da qualcuno.

Tiziana Bagnato

Giornalista
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