False fatture, nei guai tre imprenditori catanzaresi

Le indagini nate da controlli dell’Agenzia delle Entrate. Una società “cartiera” emetteva fatture per operazioni inesistenti in favore di un’altra che, a sua volta, emetteva altre fatture false
di Redazione
27 luglio 2017
09:14

Nella mattinata odierna i finanzieri del Nucleo di Polizia tributaria di Catanzaro hanno eseguito, nella provincia di Catanzaro e a Rho (Milano), misure cautelari reali nei confronti di 3 imprenditori operanti nel settore dell’edilizia. Il provvedimento è stato emesso dal giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Catanzaro, Pietro Carè, su richiesta del sostituto procuratore Andrea Mancuso, coordinato dal procuratore aggiunto Giovanni Bombardieri, della Procura della Repubblica di Catanzaro, diretta dal procuratore Nicola Gratteri.

 


Le attività investigative condotte dalla Guardia di finanza hanno consentito di accertare un meccanismo delittuoso incentrato sulla emissione di fatture per operazioni dei reati di emissione e utilizzo di oltre 450 fatture false, in 4 anni d’imposta, per un valore di oltre 3,4 milioni di euro.

 

Le indagini scaturite da controlli dell’Agenzia delle Entrate

Le indagini, scaturite da un controllo dell’Agenzia delle entrate hanno consentito di accertare che la ditta individuale Bryd costruzioni (società cartiera) emetteva fatture per operazioni inesistenti in favore della ditta edil laterizi trasporti, che a sua volta emetteva fatture false nei confronti della ditta thema impianti. Tale modus operandi architettato dalle tre ditte di Sellia marina (Cz) consentiva di scaricare ingenti oneri fiscali (fittizi) sulla società cartiera, la quale ometteva non solo di adempiervi ma anche di presentare le relative dichiarazioni fiscali, consentendo cosi’ alle altre due società coinvolte di abbattere la base imponibile ai fini delle imposte dirette, aumentando i costi, e di creare di conseguenza crediti iva, da vantare nei confronti dell’erario, in realtà non spettanti.

 

Sequestri preventivi

Le misure cautelari reali, ammontanti ad oltre 1,3 milioni di euro, hanno riguardato disponibilità finanziarie, beni mobili e beni immobili riconducibili agli indagati, individuati grazie agli accertamenti economico-finanziari e alle indagini patrimoniali svolte dai finanzieri del nucleo di polizia tributaria di Catanzaro.

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