Cosche del vibonese volevano uccidere i magistrati Manzini e Bianchi

A riferirlo stamani, nel corso del processo 'Purgatorio' l'ex dirigente della Squadra Mobile di Vibo Valentia, Maurizio Lento
di Redazione
20 maggio 2016
20:15

Alcune cosche di 'ndrangheta avevano progettato di uccidere i magistrati Marisa Manzini e Giancarlo Bianchi "per la loro azione incisiva contro il clan Mancuso". A riferirlo stamani, nel corso del processo "Purgatorio" che vede imputati, con le accuse a vario titolo di associazione mafiosa e concorso esterno, l'ex dirigente della Squadra Mobile di Vibo Valentia, Maurizio Lento, il suo vice, Emanuele Rodonò, e l'avvocato Antonio Carmelo Galati, è stato lo stesso Lento durante l'esame cui é stato sottoposto dal pm della Dda di Catanzaro, Camillo Falvo. L'imputato ha fatto riferimento, in particolare, ad "un'intensa attività investigativa" che riguardava Salvatore Bonavota, esponente dell'omonimo cosca di Sant'Onofrio, ed altre persone, dalla quale era emerso il progetto di attentato di danni di Marisa Manzini, ex pm della Dda di Catanzaro ed attuale procuratore aggiunto a Cosenza, e di Giancarlo Bianchi, presidente della sezione penale del Tribunale di Vibo, a capo del collegio che nel 2008 emise la prima sentenza di condanna contro la cosca Mancuso.

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