Corruzione: Riesame annulla arresto per funzionaria Prefettura Catanzaro

Annullamento dell’ordinanza di custodia cautelare ai domiciliari anche per l’imprenditore Lucchino. Per il Tdl mancano i gravi indizi di colpevolezza
di G. B.
12 agosto 2017
22:48

Cadono le accuse che la Procura di Catanzaro aveva contestato alla dottoressa Nerina Renda, 53 anni, funzionaria della Prefettura di Catanzaro e all'imprenditore Salvatore Lucchino, 73 anni, entrambi di Lamezia Terme tratti in arresto lo scorso 28 luglio con la pesante accusa di corruzione. Il Tribunale del Riesame ha annullato l'ordinanza cautelare emessa dal Gip di Catanzaro nei confronti dei due indagati, disponendo l'immediata revoca degli arresti domiciliari che erano stati applicati nei loro confronti. Nessun atto contrario ai doveri d'ufficio da parte della dott.ssa Renda e nessuna controprestazione "corruttiva" da parte di Salvatore Lucchino. Dopo l'udienza tenuta davanti ai giudici del Riesame lo scorso 9 agosto, arriva ora la decisione con la quale è stata integralmente accolta la linea difensiva degli avvocati Aldo Ferraro e Antonella Pagliuso, tanto da essere stata annullata l'ordinanza cautelare emessa nei confronti dei due, non per mancanza di esigenze cautelari ma per mancanza dei gravi indizi di colpevolezza.

 


Gli avvocati Ferraro e Pagliuso hanno infatti evidenziato che mai la dott.ssa Renda, ha adottato alcun atto in violazione dei suoi doveri d'ufficio al fine di agevolare Salvatore Lucchino nella gestione di un centro di accoglienza per immigrati, soprattutto considerando che nelle gare d'appalto attenzionate dalla Procura la stessa rivestiva esclusivamente il ruolo di "segretario verbalizzante". Quanto a Salvatore Lucchino, del pari, è stato dimostrato che nessuna dazione illecita o corruttiva è a lui riconducibile e che, quanto all'immobile ceduto alla dott.ssa Renda "sostanzialmente a titolo gratuito", si trattava di un rudere - e non di una villetta- situato a Feroleto Antico pagato dalla Renda lo stesso prezzo al quale due anni prima lo aveva acquistato il venditore. 

 

L'indagine, coordinata dal pm Paolo Petrolo, del gruppo reati contro la pubblica amministrazione coordinato dall'aggiunto Giovanni Bombardieri della Procura diretta da Nicola Gratteri, è iniziata dopo la stipula, il 29 dicembre 2014, di una convenzione tra la Gianal Srl, società cooperativa gestita dall'imprenditore, e la Prefettura, all'esito della gara d'appalto bandita per la gestione del servizio dei migranti richiedenti protezione internazionale.

 

G.B.

Giornalista
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