Dodici anni fa l'omicidio di Fortugno: a Locri la commemorazione (FOTO-VIDEO)

Le celebrazioni in ricordo del vicepresidente del Consiglio regionale della Calabria freddato nel 2005
di Ilario  Balì
16 ottobre 2017
10:54

Si è svolto a Locri l'evento commemorativo in ricordo di Francesco Fortugno, vicepresidente del Consiglio regionale della Calabria ucciso a Locri il 16 ottobre del 2005. La manifestazione, dal titolo "Tracce di legalità", è stata organizzata come di consueto in stretta collaborazione con il ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca nell'ambito del Piano nazionale per la cittadinanza attiva e l’educazione alla legalità promosso dallo stesso Miur.

Centinaia gli studenti che hanno animato la manifestazione ospitata nella Casa della Cultura quale atto finale del concorso letterario che ha visto partecipare le quarte e quinte classi superiori delle scuole di tutta Italia, sul tema della legalità.


 

Commemorazione a Locri, le partecipazioni

Particolarmente nutrito il parterre istituzionale che ha preso parte ai vari momenti che hanno scandito la giornata, dalla deposizione della corona delle Istituzioni dello Stato a Palazzo Nieddu del Rio, alla Santa Messa celebrata dal vescovo di Locri-Gerace, mons. Francesco Oliva nella cappella dell'ospedale di Locri, fino alla deposizione della corona ad opera della Regione Calabria nel cimitero cittadino. Presenti il Comandante Generale dell'Arma dei Carabinieri, Generale di Corpo d'Armata, Tullio Del Sette, il Sottosegretario di Stato del ministero dell'Interno, Gianpiero Bocci, il Sottosegretario di Stato del ministero dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca, Vito De Filippo, il sindaco di Locri, Giovanni Calabrese, il presidente del Consiglio regionale, Nicola Irto, il presidente della Regione Calabria, Mario Oliverio, l’onorevole Maria Grazia Laganà Fortugno e il sociologo, criminologo ed esperto in geopolitica, Claudio Loiodice.

 

Queste le classi vincitrici del concorso letterario “Tracce di legalità” premiate nel corso dell’evento i cui lavori sono stati coordinati dal giornalista Paolo Borrometi: V° B del liceo scientifico Galileo Galilei di Trebisacce (categoria saggio); V° D liceo scientifico "F. Severi" di Salerno (categoria articolo giornalistico); V° E liceo scientifico "Zaleuco" di Locri (categoria poesia).

 

Significative le parole pronunciate dal Vescovo, mons. Francesco Oliva, nel corso dell'omelia. Il presule ha ricordato la figura di Francesco Fortugno esprimendo l'auspicio che "la fede vada oltre il sangue versato. La memoria del sacrificio di Franco è un riferimento costante così come la sua voglia di cambiamento. Questo territorio ha urgente bisogno di un sussulto di umanità, o ci si salva insieme o non ci si salverà. E' necessario andare oltre la logica individualistica dell'io. Il sangue versato da Franco Fortugno non sia vano. Il suo barbaro assassino ha segnato una stagione di violenza, ma la sua morte ha risvegliato il bisogno di riconciliazione e pace. Tracce di legalità, il titolo che caratterizza questa giornata, segnala esattamente questa urgenza. Ma non basta il legalismo, serve maggiore senso di umanità e di responsabilità. Il sacrificio di Franco Fortugno apra nuovi orizzonti nuovi per una umanità più giusta".

"Di Franco Fortugno - ha affermato Calabrese - ricorderemo sempre il garbo, la pacatezza, la generosità e l'altruismo che hanno sempre contraddistinto il suo impegno professionale e politico. L'omicidio Fortugno ha riacceso i riflettori sulla Locride e sulle tante emergenze in atto, su tutte la disoccupazione giovanile. Ma tante speranze appaiono ancora disattese pertanto il sacrificio di Franco Fortugno non sarà vano se la classe dirigente saprà ascoltare la voce e le istanze di questo territorio".

 

“Attentato alla democrazia”

"Oggi la Calabria si ferma per ricordare e riflettere - ha detto Irto - sulla barbarie che  ha strappato Franco Fortugno un uomo perbene impegnato in politica, ai suoi cari e alla nostra comunità. Un delitto che rappresentò un attentato alla democrazia di questa terra ma che non produsse i propri effetti eversivi anche grazie alla mobilitazione spontanea di tantissimi ragazzi".

"Abbiamo ancora scolpite nella memoria le immagini di quella giornata drammatica - ha ricordato Oliverio - di dodici anni fa. Una giornata di festa per la democrazia trasformata in una pagina tragica non solo per la Calabria ma per tutta Italia. Solo quando la Calabria sarà riscattata dalla presenza opprimente della criminalità potremo dire di aver onorato degnamente la memoria di Franco".

"Dopo l'omicidio di Franco Fortugno - ha detto il Comandante Del Sette - sono stati rafforzati i presidii sul territorio. Un impegno che ha continuato a crescere nel tempo e che oggi ci vede lavorare su vari fronti, consapevoli che siano necessari strutture, mezzi e personale qualificato. In questo contesto stiamo portando avanti il progetto, che è prossimo alla realizzazione, per l'attivazione di numerose caserme sul territorio reggino. Tredici nuove strutture in sostituzione di quelle inefficienti o fatiscenti. Credo che siano queste le testimonianze migliori e le risposte concrete che occorre dare ai territori del Mezzogiorno dove è più forte l'esigenza di essere presenti sul fronte del contrasto alla criminalità organizzata".

 

“Memoria luogo fertile”

"La memoria – ha affermato il Sottosegretario De Filippo - è un luogo fertile che non muore mai. La giornata di oggi è estremamente importante in questa direzione, e solo quelle comunità che sanno conservare e accudire la memoria possono avere un futuro. La scuola ha un ruolo centrale in questo progetto promosso dalla famiglia Fortugno e ciò è estremamente significativo. E' la scuola, infatti, il luogo ideale per contrastare l'anticultura mafiosa fatta di silenzi e omertà, grazie alla parola, alla cultura e alla conoscenza. Gli stessi elementi che caratterizzano il percorso nato a Locri nel segno di Franco Fortugno".

 

"L'omicidio di Franco Fortugno – ha sottolineato il Sottosegretario Bocci - segna uno spartiacque per questo territorio, il risveglio di una coscienza nuova e di un nuovo impegno civile. I delitti di mafia non sono solo fenomeni riconducibili alle organizzazioni criminali. Troppi silenzi e troppe complicità hanno favorito l'espansione del crimine e del malaffare. L'esempio di Franco è quello delle persone che hanno deciso di stare dalla parte dello Stato. Per troppo tempo donne e uomini hanno fatto finta di non vedere o hanno deciso di stare in mezzo. Oggi noi ribadiamo la necessità di stare dalla parte giusta. Il pericolo più grande arriva proprio da chi decide di stare in mezzo alimentando quella zona grigia da cui trae forza la malapianta della criminalità organizzata”.

Giornalista
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