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Interdittive antimafia e sanità. Sono questi i temi maggiormente caldi in Calabria e su cui la giustizia amministrativa è stata più volte chiamata a pronunciarsi nel corso dell'anno. Il dato è emerso durante l'inaugurazione dell'anno giudiziario del Tribunale amministrativo regionale.
Interdittive antimafia
Nel corso del 2017 sono sopravvenuti 39 ricorsi, legati ad appalti, a concessioni demaniali revocate a seguito dell'interdittiva o allo svolgimento di attività economiche sospese appunto dall'emanazione del provvedimento prefettizio. «La Calabria è una delle Ragioni nelle quali è stata più frequente l'emanazione di interdittive antimafia che hanno riguardato pressoché tutti i settori dell'economia e dell'imprenditoria, anche segno di una maggiore incidenza dei fenomeni di criminalità organizzata» ha dichiarato il presidente del Tribunale amministrativo Vincenzo Salamone. «Detta influenza si caratterizza prevalentemente nel settore della pubblica amministrazione. Conseguentemente il contenzioso è particolarmente delicato sia per le problematiche affrontate, sia per l'impatto che i provvedimenti impugnati hanno sul tessuto economico e sociale della Regione». Sono stati qualificati elementi sintomatici: rapporti di parentela, contatti o rapporti di frequentazione, conoscenza, colleganza, amicizia; vicenda anomale nella formale struttura dell'impresa; condivisione di un sistema di illegalità, volto ad ottenere i relativi benefici; inserimento in un contesto di illegalità o di abusivismo, in assenza di iniziative volte al ripristino della legalità.
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La sanità
«Nella Regione Calabria la condizione della sanità pubblica è caratterizzata da particolare problematicità sia con riguardo agli elevati costi sia con riguardo al livello di efficienza. La problematica di fondo che interessa questa tipologia di contenzioso è connessa al fatto che verte tendenzialmente tra tre parti in causa: il commissario ad acta per l'attuazione del piano di rientro, il quale esercita il ruolo di principale soggetto agente; gli operatori privati, che sono destinatari dell'azione provvedimentale del commissario ad acta e la Regione e le aziende sanitarie. La Regione Calabria è titolare di poteri pubblici residuali ma sovente si pone in una posizione antagonista rispetto all'azione del commissario ad acta o che, comunque, si sovrappone nella gestione della materia. Detta peculiare condizione determina una situazione di incertezza nel riparto delle competenze amministrative.
Riduzione dell'arretrato
Il lavoro profuso con impegno dai magistrati e dal personale di segreteria ha consentito il raggiungimento nel 2017 di importanti risultati. La notevole riduzione dell'arretrato - da 6.924 ricorsi pendenti all'1 gennaio 2017 a 4.321 pendenti al 31 dicembre del 2017, con una percentuale quasi del 38%, la più alta d'Italia è stato il frutto di un'azione mirata ad una maggiore efficienza della giustizia amministrativa è un fattore decisivo oltre che per la ripresa economica del Paese per rinnovare nei cittadini la fiducia della legalità. Un dato significativo che va messo in rilievo anche al fine di dimostrare il grado di efficienza del Tribunale è costituito dai tempi medi di attesa del giudizio amministrativo che a Catanzaro è di 704 giorni riducendosi rispetto a quello dello scorso anno di 352 giorni, il migliore tra quelli dei tribunali amministrativi regionali del sud ma anche del resto d'Italia con minore contenzioso».