Capodoglio ritrovato morto a Parghelia, il mare lo riprende con sé

Il giovane esemplare di cetaceo è rimasto per due settimane sulla spiaggia “Michelino” della località turistica vibonese prima che le onde lo risucchiassero in attesa che la burocrazia trovasse una soluzione
di Stefano Mandarano
9 gennaio 2018
13:01

La sua carcassa è rimasta sulla spiaggia di località "Michelino" a Parghelia per due settimane. Un corpo morto di oltre sei metri di lunghezza per più di 2 tonnellate di peso, del resto, non era un fardello facile da gestire né da movimentare. La sorte del giovane capodoglio ritrovato sulla battigia della località marinara vibonese nel pomeriggio del giorno di Natale, l’ha così decisa il mare. Lo stesso che lo aveva portato sulla terraferma senza vita e con la pinna caudale quasi recisa da reti e cordame. Il mare se l’è ripreso la scorsa settimana, nel pieno delle mareggiate che hanno fustigato il litorale.


Sulla sua rimozione varie erano state le ipotesi relative alle modalità e alle competenze, riferite, a seconda dei casi, al Comune di Parghelia, all’Azienda sanitaria provinciale, alla Capitaneria di porto. Si era fatta avanti anche l’ipotesi, nell’immediatezza del ritrovamento, di un utilizzo a fini scientifici della carcassa, dalla quale sarebbe stato possibile ricavare informazioni sullo stato di salute dell’ecosistema marino.


“Attenzioni morbose” per la carcassa del cetaceo

Grande poi la curiosità suscitata dall’inusuale ritrovamento che aveva richiamato sul posto un gran numero di persone, attratte dalla possibilità di osservare da vicino un magnifico esemplare di mammifero marino (dell’età stimata dagli esperti di circa due anni), non resistendo neppure alla tentazione di farsi fotografare e ritrarre in video accanto alla carcassa di “Michelino” (così come è stato ribattezzato il capodoglio portato dalle onde nell’omonima località).

 

In una delle riprese poi divulgate attraverso i social network si scorge anche chi, ancor più morbosamente, non ha resistito a prelevare dal corpo senza vita del cetaceo parti di tessuti e probabilmente anche i denti. Macabro souvenir del particolare evento.

 

Nell’attesa di una soluzione che non è arrivata durante le festività natalizie, la soluzione l’ha trovata la natura e i marosi si sono ripresi il mammifero, restituendolo al suo habitat naturale. Un epilogo biologico per una questione che, fosse rimasta nelle mani della burocrazia, rischiava di diventare realmente problematica e potenzialmente “infinita” se si pensa che un caso simile avvenuto in Sardegna attende da quasi due mesi una risoluzione.

Il caso in Sardegna

Sulla spiaggia di Platamona, infatti, nei pressi di Porto Torres, un esemplare di ben 17 metri e oltre sette tonnellate di peso (foto), spiaggiatosi ai primi di novembre, è continuato a marcire a lungo e solo nella giornata di domani verrà conferito l’incarico per la sua rimozione. Sulle sue sorti si sono arrovellati più di diciotto enti, innumerevoli esperti e si è proceduti addirittura ad uno stanziamento straordinario di 35mila euro da parte della Regione.

Ora pare che la Moby Dick sarda troverà finalmente pace, così come, per merito del mare e non degli uomini, pace ha trovato anche il povero “Michelino” vibonese, venutosi ad adagiare sulla bianca sabbia di Parghelia nel pomeriggio del giorno di Natale.

Giornalista
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