Bancarotta: sequestro milionario a Vibo. Sei gli indagati

Sotto inchiesta i fratelli Evalto, attivi nel ramo degli autotrasporti e delle costruzioni. Fallimenti pilotati
di G. B.
21 gennaio 2018
08:43

Bancarotta fraudolenta. Questo il reato che vede indagati sei componenti della famiglia Evalto, originaria di Seminara, ma da anni residente a Vibo Valentia. Sequestrati inoltre beni per migliaia di euro ed in particolare una serie di società attive nel settore dei trasporti e del calcestruzzo. Un’attività di indagine seguita dalla Guardia di finanza con il coordinamento del pm della Procura di Vibo Valentia, Concettina Iannazzo.

 


Gli indagati sono: Francesco Evalto, 57 anni, Rocco Evalto, 58 anni, Michele Evalto, 46 anni, Antonio Piperno, 35 anni, Giuseppe Tino, 45 anni, tutti residenti a Vibo, e Giuseppe Speziali, 55 anni, di Catanzaro.Secondo l’accusa, attraverso una serie di fallimenti pilotati i beni di sette società riconducibili alla famiglia Evalto sarebbero transitati in altre società appositamente create da prestanomi allo scopo di continuare l’attività di quelle fallite.

 

Sotto sequestro in particolare la società “Ediltransport di Piperno Antonio” nata nel 1997 e con un passivo di quasi due milioni di euro e debiti verso Equitalia per circa 2 milioni e 400mila euro. Quindi sigilli anche alla “E&P Calcestruzzi srl” costituita nel 2002, con un passivo di un milione e 700mila euro, alla “Evalto Trasporti srl” attiva nel trasporto merci e con un passivo di un milione e 100mila euro e debiti per quasi 800mila euro; alla “Project-Costruzioni Generali Infrastrutture srl”, alla “Evalto Calcestruzzi srl”.

 

Il sequestro di tali società ha retto anche dinanzi al Tribunale del Riesame. Dissequestrate invece la “Prev Calcestruzzi srl” e la “Dlki Costruzione & trasporti”, difese dagli avvocati Costantino Casuscelli e Rocco Barillaro. Tutte le società hanno sede legale in indirizzi solo sulla carta diversi, ma corrispondenti nei fatti ad un unico immobile di proprietà dei coniugi Domenico Evalto e Caterina Ventrice (non indagati), genitori dei fratelli Francesco, Rocco, Michele Evalto.

 

Alcune delle società sequestrate sono state in passato destinatarie anche di interdittive antimafia emesse dalla Prefettura sui rilievi e le informative delle forze dell’ordine. La famiglia Evalto è infatti strettamente imparentata con la famiglia del defunto boss Carmelo Lo Bianco, alias “Piccinni”, avendo uno dei fratelli Evalto sposato la figlia del boss, nonché sorella di Paolo Lo Bianco, altro elemento di spicco della cosca, figlio ed erede dell’omonimo casato mafioso.Francesco Evalto, infine, dal 2002 al 2005 è stato anche consigliere comunale di maggioranza a Vibo Valentia, in quota Forza Italia, durante la prima amministrazione guidata dal sindaco Elio Costa. Lo stesso Francesco Evalto è attualmente sotto processo anche a Catanzaro con le accuse di corruzione e falso materiale: avrebbe superato 9 esami all’Università (laurea poi non conseguita) dietro il pagamento di somme di denaro.

 

G.B.

 

Giornalista
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