Amministrative a Palmi, Trentinella non firma il ricorso

È stato l’unico dei sei candidati alla poltrona di primo cittadino della città reggina a non aver firmato il ricorso per chiedere il riconteggio dei voti: “Il risultato avallato dalla competente commissione elettorale e della Prefettura deve essere rispettato in quanto espressione della volontà dei cittadini”
16 giugno 2017
15:00

Riceviamo e pubblichiamo la nota inviata da Francesco Trentinella, candidato a sindaco della città di Palmi che ha deciso di non firmare il ricorso sottoscritto da tutti gli altri candidati che chiedono il riconteggio dei voti. Ecco la nota integrale:

 


“Sento il dovere di intervenire sull’annosa questione inerente le operazioni in corso presso la commissione elettorale.

 

Sono stato informato, ed ancor prima ho letto sugli organi di informazione locale, della volontà di alcuni candidati di richiedere, stante la presenza di alcuni “dubbi” sulle operazioni di sfoglio, un differimento della data del ballottaggio con richiesta di ripetizione dello scrutinio delle schede elettorali.

 

Rispetto le iniziative intraprese e preannunciate dagli altri candidati e ne condivido lo scopo: quello unico e comune dell’accertamento della verità. 

 

Risulta, tuttavia, doveroso nei confronti della Città, e col fine di non alimentare confusione, precisare un peculiare aspetto.

 

Nei vari comunicati stampa dei candidati delle altre coalizioni, facendo riferimento a “dubbi” sulle operazioni di scrutinio, si richiamano le operazioni di ricalcolo effettuate dalla competente commissione elettorale in merito ai voti che sono stati assegnati ai singoli candidati a Sindaco nella sezione n. 16 (Scuola San Francesco).

 

Ebbene la decisione di ricalcolare i voti assegnati ai singoli candidati a Sindaco, così come adottata dalla commissione elettorale presieduta dal Presidente del Tribunale di Palmi, dott.ssa Concettina Epifanio, non è stata effettuata per asseriti “dubbi” o a seguito di “richieste provenienti da singoli candidati”, ma – per come a tutti ampiamente noto - in presenza di un fatto grave, oggettivamente accertato, ovvero le intervenute e formalizzate dichiarazioni di autoaccusa di perpetrati e determinati errori da parte dei componenti del seggio della sezione n. 16.

 

Si è proceduto, secondo le regole, su fatti specifici ed accertati e non anche su meri dubbi; su specifiche dichiarazioni dei soggetti che hanno determinato l’errore e non su indicazioni, istanze o richieste delle parti interessate, cosa non consentita dal nostro ordinamento.

 

Quello che oggi, in buona sostanza, viene richiesto dagli altri candidati non è la verifica o la comparazione di dati e fatti certi erroneamente registrati e riportati, ma – per come si legge nei vari comunicati stampa – una mera indagine esplorativa di tutte le operazioni elettorali. Indagine quest’ultima non prevista dal vigente impianto normativo che non contempla in alcun modo la possibilità di ricorrere su meri sospetti atteso che indagini di tale tipo sono riservati dall’ordinamento alla sola decisione del Tribunale Amministrativo Regionale adito avverso le risultanze del procedimento elettorale ed esclusivamente impugnabile con il verbale definitivo della proclamazione degli eletti.

 

In tale contesto mi è stato richiesto da altri candidati di sottoscrivere un documento finalizzato alla riapertura e alla ripetizione delle operazioni di scrutinio di tutte le sezioni. Sebbene, e lo ripeto, ne condivido lo scopo, ho ritenuto non praticabile questa iniziativa che allo stato genererebbe confusione nei cittadini e che non è consentita dalla legge. 

 

Non ritengo, come già detto, e per come previsto dal nostro impianto normativo, che possa oggi essere praticato lo scrutinio di tutte le venti sezioni. I dubbi che ogni candidato ha sui propri risultati (i miei compresi) dovranno semmai essere rimessi alla valutazione del Tribunale Amministrativo, unico organo competente ad accertare ogni errata operazione, ed ove mi riservo di ricorrere. Non quindi dinanzi alla commissione elettorale o innanzi al Prefetto, che non hanno il potere di riaprire i plichi sigillati su segnalati dubbi provenienti dai singoli candidati, ma solo ed esclusivamente su fatti gravi ove accertati. 

 

Ritengo, in ogni caso, che il risultato avallato dalla competente commissione elettorale e della Prefettura debba allo stato essere rispettato in quanto espressione della volontà dei cittadini palmesi”.

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