Bancarotta fraudolenta: beni per oltre 7 milioni di euro sequestrati nel Cosentino

Nel mirino della Guardia di finanza due società che avrebbero operato per alcuni anni per poi essere svuotate del loro patrimonio
di Redazione
27 settembre 2016
11:58

Beni del valore di 7 milioni e mezzo di euro sono stati sequestrati dai finanzieri della compagnia di Rossano, coordinati dalla Procura della Repubblica di Castrovillari. Il provvedimento riguarda due società responsabili di reati di bancarotta fraudolenta ed evasione fiscale. Gli amministratori legali delle società, operanti nel settore edile, dal 2010 ad oggi, secondo gli inquirenti, avrebbero omesso di presentare le dichiarazioni dei redditi "ed attuato un iter distrattivo e di alienazione dei beni posseduti e della titolarità delle quote, al fine di sottrarsi agli obblighi fiscali".

 


Le società, una volta costituite, operavano regolarmente sul mercato per un paio d'anni per poi essere cedute con contestuale "svuotamento" del patrimonio aziendale e cessione dei beni strumentali alla produzione. Ne derivava una condizione di insolvenza ai danni dei creditori e l'inevitabile fallimento. Al fine di rendere maggiormente difficoltosa la ricostruzione della bancarotta fraudolenta le società venivano intestate a soggetti esteri e la sede legale trasferita fittiziamente in località di comodo.

 

La ricostruzione delle attività di impresa veniva, inoltre, ostacolata attraverso la distruzione o la denuncia di smarrimento dello scritture contabili obbligatorie per legge. I beni sequestrati "per equivalente" sono riferibili agli amministratori legali delle due società e sono considerati dagli investigatori come il frutto delle condotte criminose omissive degli obblighi tributari delle due compagini societarie.

 

Tra i beni sequestrati figurano abitazioni, rapporti bancari, quote societarie, terreni, magazzini, depositi, auto e moto di lusso e mezzi pesanti da lavoro, alcuni dei quali erano stati alienati dalle due società ad altre compagini, riconducibili agli stessi amministratori, poco prima della dichiarazione di fallimento. Le accuse rivolte agli amministratori coinvolti sono di bancarotta fraudolenta, omessa presentazione delle dichiarazioni fiscali e di occultamento e distruzione delle scritture contabili obbligatorie.

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