Fondi europei, il Comitato di sorveglianza esamina la Calabria tra luci e ombre

Al Valentianum di Vibo Valentia è toccato all'assessore tecnico Francesco Russo fare il punto politico in sostituzione del presidente Oliverio, trattenuto a Roma per impegni istituzionali
di Agostino Pantano
22 giugno 2017
13:00
Vibo Valentia, Comitato di sorveglianza
Vibo Valentia, Comitato di sorveglianza

Tagliando di metà legislatura per il governo Oliverio che per fare il punto sullo stato di attuazione della spesa dei fondi europei ha riunito il partenariato sociale in una intensa giornata di lavoro sviluppata tra tavoli tematici, interventi tecnici e politici, il tutto ripreso in diretta streaming sul sito istituzionale del Comitato di sorveglianza.

 


Al Valentianum di Vibo Valentia è toccato all'assessore tecnico Francesco Russo fare il punto politico in sostituzione del presidente Oliverio, trattenuto a Roma per impegni istituzionali. Sotto lo sguardo attento anche dei segretari regionali di Cgil e Cisl, Angelo Sposato e Paolo Tramonti - reduci dalla recente manifestazione di protesta alla Cittadella regionale - l'assessore alla Mobilità ha iniziato col dire che "un passo diverso e' stato avviato, attenti come siamo non tanto alla quantità della spesa quanto piuttosto alla sua qualità".

 

Il direttore regionale del Dipartimento Programmazione, Paolo Praticò, moderando la prima sessione appena iniziata, ha intanto detto che "ammontano al 42% della dotazione complessiva le procedure attivate tra avvisi e bandi pubblicati, Piani gia' approvati, progetti e grandi progetti ricompresi nelle programmazioni 2007/2013 e 2014/2020".

Preoccupazioni sono state espresse dagli organismi nazionali in riferimento allo stato di attuazione del Fondo Sociale. Presente al tavolo dei relatori, Carla Cosentino - delegata della Agenzia nazionale per la Coesione - ha parlato di "rallentamenti che vanno superati nella programmazione in corso rispetto a quella del periodo 2007/2013". Le ha fatto eco sull'argomento Danilo Mainardi che ha parlato "di forte apprensione rispetto alla capacità di aggredire il tema delle emergenze sociali, perché' il volume finanziario messo in campo non sembra sufficiente".

 

Mainardi, agganciandosi a quanto detto dall'assessore Russo, ha detto che "si, è importante la qualità della spesa ma che non va sottovalutata l'importanza di rafforzare gli interventi e renderli più corposi perché' la Calabria ha bisogno di cambiare alcuni target". Il funzionario dell'Unione Europea, Francesco De Rose, ha raccontato un aneddoto negativo per descrivere il dibattito che spesso si registra nella regione.

 

"Ho letto che a Locri - ha riferito - vogliono trasformare una struttura riqualificata con fondi ad hoc e farne, anziché' un Centro di aggregazione giovanile, una sede degli uffici dell'azienda sanitaria: e' chiaro che questo cambio non può essere accettato e tale modifica gli organismi europei non possono finanziarla". L'esempio portato dall'esperto, che non e' collegato a responsabilità della Regione poiché' si tratta di fondi del Pon Sicurezza, è diventato il paradigma di una "pessima pratica che le istituzioni devono evitare".

 

Sempre De Rose, però, ha all'opposto sottolineato la positività degli interventi fatti "per accelerare il trasporto ferroviario tra la Calabria e Roma: una promessa dell'assessore Russo che si è realizzata già oggi".

 

Tra gli interventi dei componenti del Partenariato economico-sociale, molto attesi erano quelli dei sindacalisti presenti, anche alla luce delle recenti critiche alla giunta regionale che l'assessore Russo ha definito "stimoli fondamentali". Sostanzialmente positiva e' stata la valutazione dei delegati di Cgil, Cisl e Uil, ferma restando la ribadita necessita' di rivedere i limiti del Fondo sociale. Il segretario regionale Sposato ha chiesto la istituzione di un soggetto organizzato all'interno del Comitato di sorveglianza "che si occupi specificatamente della tracciabilita' della spesa e promuova protocolli della legalita' per essere sicuri che le organizzazioni criminali non si accaparrino delle risorse". Tramonti ha insistito sulla opportunita' di "creare un quadro d'assieme tra i fondi del Por e quelli del Patto per la Calabria in un modo da arrivare finalmente ad un Piano per il lavoro da intendere come strumento complessivo". Vincenzo Crupi della Uil ha insistito sulle procedure trasparenti "da varare per evitare i rischi della passata gestione che ha prodotto ben pochi posti di lavoro". Da parte del delegato della Coldiretti, Mario Corcia, e' arrivata una critica rispetto "ai tempi lunghi, 3 anni e mezzo, per la formazione degli organismi di gestione".

 

La prima sessione dei lavori si è conclusa con l'illustrazione, da parte dei dirigenti regionali e loro delegati, delle scelte fatte nei campi del "rilancio del sistema produttivo, della digitalizzazione, del rafforzamento delle competenze, della tutela del territorio, e della mobilita' sostenibile". In questo senso e' stata focalizzata l'attenzione sui cosidetti "grandi progetti" che riguardano ad esempio i collegamenti nelle aree urbane di Cosenza e Catanzaro-Lamezia. Manforte e' arrivata anche dal delegato degli uffici tecnici della Presidenza del consiglio dei ministri, che nel suo intervento ha sottolineato "l'importante scelta di separare la programmazione dalla spesa".

 

I piani per superare le storiche criticita' nei settori dei rifiuti e della depurazione sono stati al centro dei due focus tenutisi nella sessione pomeridiana dei lavori. I dirigenti dei Dipartimenti regionali hanno illustrato i punti di forza e di debolezza che i due sistemi registrano. Per cio' che riguarda lo smaltimento degli rsu, una disamina molto preoccupante e' stata fatta in riferimento ai ritardi con cui si sta procedendo alla formazione dei 5 Ato - uno per ogni provincia - previsti dalla legge 14, la norma che disciplina il settore dopo il passaggio alla Regione delle competenze che fino al 2013 erano in capo al commissario nominato dal governo. Da quanto riferito solo a Catanzaro e Crotone gli ambiti territoriali ottimali sono gia' realta'. Manca ancora la pienezza delle funzioni a Vibo, poiche' due Comuni sono ancora fuori.

 

Forte preoccupazione e' stata espressa per la situazione di Reggio, dove si sta tentando di recuperare il forte ritardo accumulato, e di Cosenza dove ben il 40% dei Comuni non ha aderito. A questo proposito e' stato chiarito che la Regione non esclude di poter ricorrere al commossariamento, eventualita' prevista dalla legge che, appunto, rende obblifatiria per le amministrazioni comunali l'adesione agli Ato. Per cio' che attiene alla depurazione, e' stato confermato che si sta intevenendo nei tanti casi di enti sottoposti a procedura di infrazione. Negli agglomerati urbani con piu' di 15mila abitanti la formula privilegiata e' quella del project financing anche se, va ricordato, per 12 delle 18 opere previste in questi casi il governo ha commissariato la Regione. Problemi diversi si registrano invece nei centri urbani piu' piccoli, sul conto dei quali il direttore generale Domenico Pallaria ha ricordato l'impegno della Regione ad effettuare un censimento generale per il quale e' stata costituita una task force che sta aiutando gli enti locali anche affiancando il personale comunale nei casi in cui risulta esiguo.

 

Per quanto riguarda il nuovo soggetto unico che in futuro dovra' gestire il sistema, in base alla legge 18 di recente approvata, Pallaria ha detto di continuare a preferire la formula della societa' in house, fermo restando che rimangono sul tappeto altre due opzioni possibili tra cui scegliere secondo i dettami della normativa, ovvero il ricorso ad una societa' esterna oppure ad una societa' mista.


Agostino Pantano

Giornalista
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