Il progetto Sprar, un'eccellenza a Sant'Alessio in Aspromonte

“Sono venuto qui e trovato aiuto. Questo mi rende felice. Non voglio più andare via”. Lui è Salifu Tahiru, ha 22 anni e viene dalla Repubblica del Ghana. È beneficiario dello Sprar di Sant’Alessio in Aspromonte, comune di 370 anime. Ma perché il piccolo paesino aspromontano è il luogo prediletto di molti migranti?
di Rosaria Giovannone
1 marzo 2017
12:41
Sant’Alessio in Aspromonte
Sant’Alessio in Aspromonte

“Sono venuto qui e trovato aiuto. Questo mi rende felice. Non voglio più andare via”. Lui è Salifu Tahiru, ha 23 anni e viene dalla Repubblica del  Ghana.  È beneficiario dello Sprar di Sant’Alessio in Aspromonte, comune reggino di 370 anime,  insieme ad altre 20 persone tra donne, bambini, uomini, profughi e migranti spesso in fuga dai propri paesi d’origine, scenario di guerre e povertà. Salifu è gioioso di vivere nella vallata del Gallico e si è perfettamente integrato nel tessuto sociale ed economico.

 


 Ma perché il piccolo paesino aspromontano è il luogo prediletto di molti migranti e in cosa consiste il modello Sant’Alessio, diventato noto anche all’estero e inserito dall’Anci tra i dieci comuni con il miglior progetto SPRAR di accoglienza? 

Il progetto Sprar nasce a Sant’Alessio in Aspromonte nel 2014. Il paese ha aderito al Sistema di Protezione per Richiedenti Asilo (SPRAR), indetto dal Ministero dell’Interno, per la sistemazione e l’integrazione dei migranti. Il sindaco, Stefano Calabrò,  vi ha creduto fortemente insieme a  Luigi De Fillippis, medico reggino e responsabile del progetto.

 


Sin da subito l’immigrazione è stata vissuta come un’opportunità, per la gente del luogo e per i migranti che vengono accolti. L' aspetto umanitario è fondamentale ma non bisogna nascondere che  vi è anche  un ritorno economico per la comunità. Il ritorno economico è quello che ha permesso di mantenere in vita il paese, altrimenti colpito dallo spopolamento. Le attività commerciali che rischiavano di chiudere hanno registrato nuovi introiti grazie agli impiegati del progetto,  agli immigrati che ricevono quattro euro al giorno per fare la spesa e cinquanta ogni due mesi per acquistare i vestiti. Le scuole sono rimaste aperte grazie alla presenza dei figli dei rifugiati. È stato predisposto per i ragazzi più grandi che si recano a Reggio Calabria per conseguire la licenza media, un bus e un autista messo a disposizione dal comune. Si è avuta la possibilità di aprire case che  altrimenti sarebbero rimaste disabitate e cadenti.

 


I professionisti necessari per la gestione dello SPRAR provengono tutti dal paese e dalle zone limitrofe. Sono tutte persone  che hanno avuto la possibilità di rimanere nella loro terra d’origine, invece di scappare come la maggior parte dei loro coetanei.


Isabella Trombetta, 24 anni di Reggio Calabria, era già pronta per raggiungere gli Stati Uniti d’America dopo aver conseguito la laurea in Global Studies  all'università Luiss di Roma. “Ho accettato l’incarico all’interno del progetto Sprar di Sant’Alessio perché l'immigrazione è la mia passione. La forza dello Sprar di Sant'Alessio sta nel porre le persone al di sopra di tutto. Questo per me fa la differenza e mi ha convinta ancora di più a restare nella mia terra”.


Ma veniamo all’aspetto occupazionale dei migranti. A Sant’Alessio gli immigrati lavorano senza essere sfruttati. Si sviluppa  un piano individuale per ciascun rifugiato successivamente incrociato con le richieste del territorio. I rifugiati vengono impiegati nelle aziende mediante dei tirocini, che spesso si sono conclusi con un’assunzione. È il caso di un rifugiato originario del Pakistan, assunto da un falegname di Reggio Calabria.

 

Gli immigrati nel piccolo comune reggino vengono così accolti e valorizzati, ognuno secondo le proprie capacità. 

 

Il modello di Sant’Alessio mostra che l’integrazione, intesa come mutuo riconoscimento della ricchezza culturale dell’altro, sia possibile. Nel piccolo centro reggino, grazie all’opera instancabile dei ragazzi del progetto Sprar e del sindaco, è stato facilitato l’incontro personale, garantita la promozione umana, permessa una migliore qualità dei servizi e offerte  maggiori garanzie di successo. Questo a dimostrazione che quando l’obiettivo è il bene comune e non l’arricchimento personale, tutto è possibile.

 

Rosaria Giovannone

GUARDA I NOSTRI LIVE STREAM
Guarda lo streaming live del nostro canale all news Guarda lo streaming di LaC Tv Ascola LaC Radio
top