Il luogo dell’anima

Aristide, il manager pugliese che ha girato il mondo ma torna sempre in Sila: «La amo, la gente qui è speciale»

Il lavoro lo ha portato ovunque, ma senza mai spezzare quel legame speciale con una terra incontrata per la prima volta all'età di 5 anni: «La Calabria per me è uno dei posti più belli del mondo. Cosa cambierei? Servono visione e progettualità»

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di Franco Laratta
20 giugno 2024
06:15

Aristide Albano è un manager di Lecce che opera nel mondo dello show-business nazionale ed internazionale. Ha girato il mondo 7 volte. Ma poi è sempre tornato in Sila. «Sì, e ogni volta l’ho fatto con grande piacere, perché io amo questo meraviglioso altopiano».

Aristide Albano spiega come e quando si è innamorato della Sila Grande. «L’amore per la Sila nasce all’età di 5 anni quando i miei zii paterni che hanno gestito le colonie di Serrisi, un piccolo villaggio nel comune di San Giovanni in Fiore, decisero di portarmi per la prima volta a vederla».


E da allora fu amore per sempre, senza se e senza ma, arrivando perfino a rifugiarsi in Sila fino a 10 volte all’anno. «La Sila da sempre per me è pace, energia, serenità».

Dai primi anni è passato tanto tempo. Aristide ha continuato a girare il mondo, è stato per lavoro ovunque. Ma l’attrazione per la Sila Grande non è mai venuta meno, anzi è aumentata. Ma se chiedi ad Aristide il perché, e se può spiegare questo amore infinito, risponde candidamente, ma netto e deciso: «Non puoi spiegarlo». Ma almeno un indizio, uno solo: «Sarà quel senso di selvaggio e intatto».

Allora abbiamo pensato che sarà per la gente che abita quelle splendide montagne. «In Sila ho incontrato solo brava gente, dico meglio: gente vera, nei suoi pregi e nelle sue asperità».

Se chiedi ad Aristide cosa rappresenta per lui la Calabria, o se può darne un giudizio dopo tanti anni di frequentazione, non ci sono dubbi: «La Calabria è per me uno dei posti più belli del mondo. Non tocca a me giudicarla».

Davanti ad un buon caffè, con Aristide parliamo del Sud che si sta spopolando. E del fatto che a soffrire sono soprattutto le aree interne, i villaggi come quelli silani che lui conosce benissimo, ma anche tanti borghi. «La fuga dai borghi e dai villaggi è un male comune in tutta Europa. La ragione è semplice: non ci sono economie che permettono una vita decorosa, si tenta di fare fortuna altrove salvo poi, quando l’hai fatta, ritornare. Perché tutti noi sappiamo che quelli sono i luoghi dove vive l’anima».

Aristide ama la Calabria da tutti i punti di vista: «Amo tutto, ma in particolare l’energia che questi posti sprigionano».

Ma i problemi della nostra terra sono tanti. E forse qualcosa da cambiare nei calabresi c’è: «Cambierei la mentalità, soprattutto nella parte di visione e progettualità».

Girare il mondo più volte, incontrare tantissima gente, scoprire nuovi amici ogni volta. Eppure i silani… «Ho amici in tutto il mondo, i silani sono speciali, sono stato accolto sempre con rispetto e sincerità. I modi o le maniere a me non interessano, guardo la sostanza».

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