Cosenza, stato di agitazione all'ispettorato del lavoro

Dipendenti sul piede di guerra, rivendicano tutela e adeguamenti salariali
di Salvatore Bruno
13 dicembre 2017
21:41

Da riforma a costo zero a riforma a costo “nostro”. La denuncia è quella del personale dipendente dell’Ispettorato del lavoro di Cosenza, aderente allo stato di agitazione proclamato dalle organizzazioni sindacali nazionali, sfociato nel sit-in di protesta dei giorni scorsi davanti la sede della Prefettura.

 


L'agenzia unica ha acuito i problemi

Diverse le rivendicazioni alla base della vertenza. Dopo la costituzione dell’agenzia unica per le ispezioni del lavoro, che ha racchiuso le funzioni precedentemente esercitate da Inps, Inail e dal Ministero del lavoro e delle politiche sociali, è venuto a mancare l’indispensabile processo di riorganizzazione dei compiti in seno al nuovo organismo. «Non si è superata l'incostituzionale disparità di trattamento economico ed indennitario tra personale ispettivo di provenienza ministeriale e proveniente dagli istituti previdenziali – è scritto in un documento redatto dai lavoratori - non sono stati ancora stanziati i fondi per le progressioni economiche, permane l'assenza dell’agenzia rispetto ai ripetuti episodi di aggressione, fisica e verbale, subiti dal personale, e ai casi di danneggiamento delle autovetture personali utilizzate dagli ispettori per esigenze di servizio».

Impegni traditi proprio dall'ente preposto alla tutela del lavoro

I lavoratori denunciano inoltre il mancato rinnovo del contratto collettivo da quasi un decennio, la mancata dotazione degli strumenti materiali ed informatici e dei mezzi adeguati allo svolgimento di tutte le attività di servizio; il mancato riconoscimento di un rimborso delle spese connesse all'utilizzo del mezzo proprio, che sia coerente con le tariffe ACI, la mancata garanzia di un'adeguata protezione assicurativa contro i rischi legati agli spostamenti per motivi di servizio e contro quelli di natura professionale. «Appare paradossale – scrivono i lavoratori - che a riservare questo tipo di trattamento al proprio personale sia proprio l’ente preposto alla tutela del lavoro e dei lavoratori».

Giornalista
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