Dice No a Padre Pio, ma poi ci ripensa e decide di costruire il “villaggio per i sofferenti” (VIDEO)

Presentato a Vibo Valentia il progetto di un santuario-ospedale che dovrebbe sorgere a Drapia. A promuovere l'opera è Irene Gaeta alla quale il santo sarebbe apparso nel 2004
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di Rosaria Giovannone
12 dicembre 2017
15:13
Il progetto della Cittadella di Padre Pio
Il progetto della Cittadella di Padre Pio

«Figlia mia in Calabria devi fare un santuario, un ospedale pediatrico, un centro di ricerca, un villaggio per i sofferenti». Era il 2004 quando Padre Pio apparve a Irene Gaeta, oggi fondatrice e presidente dell'associazione "I discepoli di Padre Pio". Il Santo di Pietrelcina chiese alla donna di fondare a Drapia, nel Vibonese, una casa d'accoglienza «per la cura del corpo e dello spirito».

Irene racconta: «Mentre sistemavo la stanza da letto, alle dieci circa del mattino, mi apparve San Pio insieme a Gesù. All'udire la sua richiesta, non l'ho accolta. Non avevo nessuna intenzione di occuparmi della Calabria».


 

Il frate di Pietrelcina però, secondo il racconto, rinnovò l’invito e, con fermezza, indicò anche la zona dove sarebbe dovuto sorgere il polifunzionale. La donna obbedì e si diede subito da fare. «Grazie all’aiuto di un mio amico calabrese raggiunsi la zona. Riconobbi subito quanto Padre Pio mi aveva fatto vedere durante l’apparizione», afferma Irene che, dopo diversi tentativi, riuscì ad acquistare il terreno di circa diciotto ettari con una sorgente d’acqua e piante officinali. Un appezzamento di terra limitrofo venne invece donato dai coniugi Vallone e, ora, «sarà destinato all’edificazione di due case, una per anziani e una per il recupero dei giovani provenienti dalle case circondariali calabresi. Questo Centro dovrà essere costruito unicamente su "amore" e carità". È un progetto di Dio che non deve avere interessi privati» afferma ancora Irene.

 

 

La donna riferisce di avvertire fortemente la responsabilità e la grandezza della chiamata che ha ricevuto: «dobbiamo mettere fedelmente in pratica il messaggio che il Signore ci ha dato». E poi ricorda: «questo territorio è prescelto da Dio. A poca distanza dalla “Cittadella di Padre Pio”, Gesù è apparso diciotto volte negli anni ottanta».

Il progetto, con dovizia di particolari, è stato presentato oggi nel complesso Valentianum di Vibo Valentia. «Deve essere una struttura dignitosa, accogliente e rassicurante com’è gradito a San Pio» ha detto l’architetto e progettista della struttura, Luciano Messina. Le superfici esterne della casa saranno realizzate con la Pietra rosa di Mendicino, rinomata per la sua qualità.

 

«A monte del terreno c’è una sorgente d’acqua - aggiunge il progettista -, un’acqua particolare che oltre a garantire la vita biologica dell’intero territorio ha delle caratteristiche compositive molto interessanti». Tornando al progetto della "Casa di accoglienza Padre Pio da Pietralcina", questo è il nome che prenderà la struttura, essa «sarà di aspetto classicheggiante con un doppio porticato semi circolare aggettante verso valle. Il porticato racchiuderà un doppio ciclo di scale che condurranno al terrazzo d'ingresso. Padre Pio, nella sua vesta statuaria bronzea, sarà al cento delle due scale e le sua braccia accoglienti saranno quei dodici portici, come pure le due scale».

La posa della prima pietra è prevista per il mese di febbraio. All’incontro erano presenti, tra gli altri, Pippo Callipo, imprenditore e presidente della Tonno Callipo Calabria; Manuel Coscione, capitano della stessa formazione di pallavolo; Floriano Noto, imprenditore e presidente del Catanzaro Calcio; Pippo Caffo, imprenditore e presidente della Vibonese Calcio.


Rosaria Giovannone

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