«Messa la parola ‘fine’ al progetto della centrale a carbone di Saline Joniche»

Lo afferma il consigliere regionale Alessandro Nicolò: «Il gruppo di Forza Italia si è pronunciato con fermezza e determinazione, senza se e senza ma, contro la Centrale a carbone ed a sostegno dell’orientamento teso a ‘decarbonizzare’ le economie»
15 dicembre 2016
10:14

«Messa la parola ‘fine’ al progetto della centrale a carbone di Saline Joniche, si archivia definitivamente la vexata quaestio che, per troppi anni, ha tenuto nel limbo il futuro di un’area che intende fortemente caratterizzarsi in una prospettiva turistica e di sviluppo agricolo eco-sostenibili».

 


Lo afferma in una dichiarazione il presidente del gruppo consiliare di Forza Italia a Palazzo Campanella, Alessandro Nicolò.

 

Sin dall’inizio «Il gruppo di Forza Italia– dice Nicolò -  si  è pronunciato con fermezza e determinazione, senza se e senza ma, contro la Centrale a carbone ed a sostegno dell’orientamento teso a ‘decarbonizzare’ le economie, in linea con gli attuali indirizzi dell’Unione Europea».

 

«In tal senso è utile ricordare che il Consiglio regionale della Calabria – ricorda Nicolò - con mozione n. 17 del 16 novembre 2010 votata da tutti i gruppi consiliari, di maggioranza e opposizione, aveva espresso un orientamento inequivocabilmente contrario alla realizzazione di centrali termoelettriche a carbone sul territorio calabrese per come previsto dal Piano energetico regionale del 2005. Successivamente – sottolinea ancora Alessandro Nicolò – il Consiglio regionale con successiva mozione n. 121 del 30 giugno 2014, raccogliendo la protesta civile dei residenti nei comuni del basso Ionio reggino e delle associazioni ambientaliste contrari alla realizzazione di una centrale a carbone nell’ex sito della Liquichimica di Saline Ioniche, all’unanimità, confermava il dissenso della nostra regione al Progetto S.E.I. Spa, e che nella stessa seduta, l’Assemblea legislativa impegnava la Giunta regionale dell’epoca a predisporre tutti gli atti necessari al fine di destinare 200 mln di euro dell’Agenda comunitaria 2014-2020 al risanamento ed al rilancio turistico di tutta l’area dell’ex Liquichimica di Saline Ioniche».

 

«Tale coerenza è perdurata e condensata, grazie ad un impegno politico condiviso, nel giugno scorso con una terza mozione approvata dalla Massima Assise all’unanimità che ha imposto al Ministero per lo Sviluppo Economico di prendere atto degli orientamenti assunti dall’Assemblea regionale calabrese. Segno incontrovertibile questo – asserisce Alessandro Nicolò - che le scelte programmatiche capaci di produrre ricadute sul territorio non possono passare sopra la testa delle amministrazioni locali e dei cittadini ma devono registrare il loro massimo protagonismo e coinvolgimento attivo. Un precedente importante che fortifica il ruolo delle autonomie territoriali in un quadro di concertazione fra i diversi livelli istituzionali, in ossequio ai pronunciamenti degli organi giurisdizionali che invocano la necessità di intese tra Stato e Regioni. E che ora assume un significato più forte alla luce dell’esito referendario del 4 dicembre scorso sulla riforma costituzionale dalla quale le Regioni escono indubbiamente rafforzate».

 

«Intanto – prosegue Alessandro Nicolò - passaggio propedeutico è la rimodulazione del Piano Regolatore di tutta l’area industriale di Saline Ioniche. Fra le altre priorità: investire sul porto per renderlo turistico e bonificare i resti ferrosi dell’ex Liquichimica».

 

 

«Richiamiamo pertanto la Giunta a velocizzare il proprio intervento e dar seguito alle mozioni consiliari che impegnano la stessa a definire tempestivamente un progetto di bonifica e sviluppo dell’intera area grecanica. Non è ulteriormente procrastinabile un processo di riqualificazione complessiva di quel  territorio che va  rilanciato con i Fondi comunitari, in antitesi all’antica impostazione industriale, ormai inadeguata rispetto ad una realtà vocata ad investimenti di miglioramento naturalistico e sul turismo. Questo nuovo orientamento risulta confortato da obiettive valutazioni sull’impatto ambientale e sulla pericolosità per la salute pubblica. Occorrerà adesso elaborare un piano per la promozione, la tutela e la valorizzazione di un territorio che presenta giacimenti paesaggistici e culturali di valore, scegliendo un modello di sviluppo economico che assecondi identità e specificità e che privilegi turismo, agricoltura e piccole attività economiche».

 

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