SIBARI: FATTURE GONFIATE, OPIFICIO SEQUESTRATO

Lo stabilimento rientra in un piano d'investimento finanziato dalla Comunità Europea i cui costi sarebbero stati giustificati attraverso l'utilizzo di fatture false
7 maggio 2014
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Cosenza - Contributi illeciti ed indebitamente percepiti. Con quest’accusa i finanzieri del comando provinciale di Cosenza e del gruppo di Sibari hanno apposto i sigilli da un capannone che ospitava un opificio e diversi macchinari utilizzati per la linea di produzione e trasformazione del pomodoro. Un sequestro del valore complessivo di 7 milioni di euro disposto dal gip del Tribunale di Castrovillari nell’ambito di un’inchiesta coordinata dalla locale procura su una truffa da due milioni e mezzo di euro relativa proprio alla percezione illecita di contributi dalla Regione. Nell’inchiesta risultano indagate due persone che dovranno rispondere del reato di truffa. I contributi pubblici oggetto dell’indagine erano stati richiesti ed erogati nel periodo compreso tra il 2011 e il 2013 a favore di un consorzio agricolo della Sibaritide.

Dalle attività investigative sarebbe emersa, tra le altre cose, la sovrafatturazione di operazioni imponibili che hanno permesso al consorzio di documentare alla Regione Calabria, attraverso l’interposizione di una società apparentemente fornitrice dei macchinari, una spesa superiore rispetto a quella effettiva, ottenendo l'erogazione di un contributo superiore del 150% a quello spettante.


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