‘Ndrangheta: Regionali 2005, soldi in cambio di voti, chiesti 8 rinvii a giudizio

Angela De Feo, candidata con il Psi, avrebbe consegnato 50mila euro al clan Giampà di Lamezia tramite un presunto esponente della cosca di Cutro
di Giuseppe Baglivo
25 maggio 2017
13:38
Consiglio regionale
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Scambio elettorale politico-mafioso. Questa l’ipotesi di reato per la quale il pm della Dda di Catanzaro, Elio Romano, il procuratore Nicola Gratteri ed il procuratore aggiunto, Giovanni Bombardieri, hanno chiesto il rinvio a giudizio di otto indagati coinvolti in un’inchiesta che mira a far luce sulle elezioni per il rinnovo del Consiglio Regionale della Calabria in occasione delle elezioni del 3 e 4 aprile 2005.

 


In tale consultazione elettorale, Angela De Feo, 56 anni, di Catanzaro – candidata nelle file del Partito Socialista-Nuovo Psi – è accusata di aver ottenuto la promessa di voti in cambio dell’erogazione di denaro. Per la stessa ipotesi di reato il rinvio a giudizio è stato chiesto pure per: Romolo Villirillo, 39 anni, di Cutro; Vincenzo Bonaddio, 58 anni (in foto), di Lamezia Terme, cognato del boss Francesco Giampà, alias “Il Professore”; Aldo Notarianni, 52 anni, di Lamezia. Richiesta di processo anche per i collaboratori di giustizia Rosario Cappello, 57 anni, di Lamezia; Pasquale Giampà, alias “Millelire”, 53 anni, di Nicastro; Angelo Torcasio, 24 anni, di Lamezia; Saverio Cappello, 37 anni, di Lamezia.

Secondo l’accusa, Angela De Feo avrebbe ottenuto la promessa di voti dal clan Giampà di Lamezia Terme in cambio di denaro.

Nello specifico Angela De Feo avrebbe consegnato 50mila euro a Pasquale Giampà, ritenuto elemento della “commissione dell’omonima cosca di Lamezia terme”, ed il denaro sarebbe stato suddiviso con Vincenzo Bonaddio, Aldo Notarianni, Rosario Cappello, Angelo Torcasio e Saverio Cappello i quali avrebbero promesso di procurare i voti alla candidata alla Regione, Angela De Feo, mediante modalità mafiose ed avvalendosi della forza intimidatrice derivante dal loro vincolo associativo di natura criminale.

 

A far da tramite fra la candidata Angela De Feo (poi non eletta) e il clan Giampà sarebbe stato Romolo Villirillo, ritenuto dalla Dda di Catanzaro nel capo d’imputazione come “esponente di spicco della cosca di ‘ndrangheta di Cutro di Nicolino Grande Aracri”, alias “Mani di Gomma”.

 

Il gup distrettuale di Catanzaro, Assunta Maiore, letta la richiesta della Dda, ha fissato con apposito decreto l’udienza preliminare in camera di consiglio per il 18 settembre prossimo.

Quali parte offese, la Procura distrettuale antimafia ha individuato la Regione Calabria in persona del governatore pro tempore, il Comune di Lamezia Terme in persona del sindaco, l’Associazione Antiracket di Lamezia Terme.

 

I difensori. Angela De Feo è difesa dagli avvocati Giancarlo Pittelli e Pierpaolo Greco; Vincenzo Bonaddio dall’avvocato Francesco Stilo; Romolo Villirillo dagli avvocati Stefania Rania e Luigi Colacino; Aldo Notarianni dagli avvocati Francesco Gambardella e Gregorio Viscomi; Rosario Cappello dall’avvocato Tommaso Stanizzi; Pasquale Giampà è invece assistito dagli avvocati Manfredo Fiormonti e Francesco Provenzano; Angelo Torcasio dagli avvocati Rita Cellini e Valeria Maffei; Saverio Cappello  dall’avvocato Claudia Conidi.

 

Giuseppe Baglivo

Giornalista
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