Partiti in subbuglio in vista delle politiche. A Reggio esplode il caso Bilardi

Mentre a Roma si discute della legge elettorale, sui territori inizia la conta interna. E Forza Italia a Reggio prova ad opporsi al rientro del senatore
di Riccardo Tripepi
22 maggio 2017
19:12

La deputazione calabrese è in pieno fermento. La discussione sulla nuova legge elettorale sta impegnando a tempo pieno i partiti e tutti scrutano l’orizzonte per capire da che parte soffia il vento. Con inevitabili ripercussioni sui territori.

Al Senato la situazione più delicata. La nuova proposta di riforma del Pd, battezzata “Rosatellum”, dal nome del capogruppo alla Camera, propone un sistema di voto con il 50% dei seggi da assegnare con il maggioritario e il 50% con il proporzionale. La proposta, però, potrebbe non avere i numeri a palazzo Madama. Tanto che gli sherpa sono al lavoro per capire se esistono davvero i margini per poter portare fino in fondo l’operazione, cercando di assoldare il maggior numero di senatori indecisi.


 

Forza Italia e Silvio Berlusconi hanno fiutato il pericolo che si annida nella legge elettorale per un partito che per sopravvivere punta al proporzionale più puro possibile. Un sistema con il 50% di seggi da assegnare con il maggioritario premierebbe i partiti più radicati sul territorio, con evidenti vantaggi per il Pd e per la Lega. Berlusconi teme anche contraccolpi sulla leadership del centrodestra dove potrebbe vedersi soppiantato da Salvini come interlocutore dell’attuale partito di maggioranza. Ed allora Berlusconi ha provato a correre immediatamente ai rimedi con una controproposta che pare essere assai allettante per Renzi. E cioè un’intesa sul voto anticipato, già nel prossimo autunno, e una riforma della legge elettorale in senso proporzionale che sia mutuata sul sistema tedesco.

 

Dietro le quinte si muovono le truppe che sperano di riuscire a salire sugli ultimi autobus per la rielezione. E’ il caso, ad esempio, del senatore reggino Giovanni Bilardi che da tempo ha cominciato il suo percorso di avvicinamento a Forza Italia. Ormai sono quasi quotidiani i sui attacchi al ministro Lorenzin, ex compagna di partito, sul commissariamento della Sanità calabrese e il sostegno all’azione politica degli Occhiuto di Cosenza. Adesso che il suo voto a palazzo Madama potrebbe tornare ad essere determinante è arrivata l’adesione convinta al gruppo di Quagliariello, preambolo di un ritorno a Forza Italia dove potrebbe trovare ampi spazi di candidatura a Reggio.

 

Ipotesi che, però, sta trovando la ferma opposizione interna dei big che non ci stanno a riaccogliere il figliol prodigo. Chi può (vedi i gruppi di Foti, Nicolò, Giannetta e Cannizzaro) ha attivato i suoi collegamenti romani per ricordare tutte le “malefatte” di Bilardi che ha abbandonato il partito al momento della scissione (per seguire Scopelliti) e che ha anche votato in modo favorevole alla decadenza di Berlusconi al Senato. Insomma le aspirazioni di tanti che vedevano praterie libere per le prossime politiche andrebbero a cozzare contro chi tornerebbe al momento giusto per essere rieletto.

 

Ma la posizione di Bilardi è solo una delle tante. Anche il senatore catanzarese Piero Aiello, sempre alfaniano, è in attesa degli eventi. In vista delle comunali nel capoluogo, però, di concerto con il consigliere regionale Sinibaldo Esposito ha schierato il proprio gruppo con il centrodestra di Sergio Abramo. In attesa del risultato delle urne, l’esperimento potrà essere utile anche per i calcoli futuri.

 

Una volta che le regole elettorali saranno chiare, specie nel centrodestra, potrebbe esserci un vero e proprio turbinio di riposizionamenti per guadagnare posti utili per le politiche. A Catanzaro, ad esempio, se davvero Forza Italia dovrebbe anche fare nuove adesioni, i posti in prima fila si ridurrebbero ancora. Inducendo alla riflessione big del calibro di Wanda Ferro che da tempo viene tentata dalle sirene di Fratelli d’Italia.

 

Riccardo Tripepi

Giornalista
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