La Polisportiva Isola Capo Rizzuto era una “cassaforte” del clan Arena

Secondo gli investigatori la “cricca della misericordia” si serviva del club, fresco di promozione in Serie D, per immettere o distrarre parte dei proventi dalle attività illecite venute fuori nella maxi-inchiesta della Dda di Catanzaro. Ma non è l’unico caso
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di Alessio Bompasso
16 maggio 2017
13:00

Una vera e propria “cassaforte” in cui immettere e/o distrarre parte dei proventi dalle attività illecite. Per la Direzione distrettuale antimafia di Catanzaro, la Polisportiva Isola Capo Rizzuto non era nient’altro che questo. Almeno dal 2010 in poi. Anno in cui  - si legge nelle oltre 2000 pagine dell’ordinanza dell’inchiesta “Jonny” –  l’incremento patrimoniale dell’attivo della società altro non rappresenta, secondo gli inquirenti, che “i proventi sono stati immessi nella stessa dagli attori gerenti l’appalto Cda/Cara, in special modo dalla Fraternita di Misericordia, per contanti e per il disinvestimento di polizze precedentemente sottoscritte. Motivo per cui la Dda ritiene che tale società abbia rappresentato in tale anno e per quelli successivi, “una “delle casseforti del sodalizio”.

 


Al centro di tutto lo stretto legame tra  Leonardo Sacco (patron del club) e don Edoardo Scordio “i quali – scrive la Dda - lungi dal condurre “enti sociali”, per il mezzo di numerose distrazioni, finanziano, ideano, organizzano società dal puro schema commerciale introitando le somme così distratte al fine di versarle in parte alla c.d. “bacinella” della cosca e comunque locupletarle per interessi egoistici e diversi dalla loro destinazione pubblica”.

 

La fitta ragnatela.  “La Miser Icr srl ha una partecipazione al 50% nella Polisportiva Isola Capo Rizzuto Ssd arl che è partecipata per il restante 50% dalla Fraternita di Misericordia di Isola Capo Rizzuto. La Polisportiva – annota la Dda - ha come presidente del Consiglio di amministrazione Leonardo Sacco e, come consiglieri, alcuni soggetti che sono membri del “Magistrato” della stessa Fraternita di Misericordia. La Polisportiva, a sua volta, è consorziata al Consorzio Opere di Misericordia con sede a Firenze, in via dello Steccuto in cui, oltre alle varie “Misericordie” dislocate sul territorio italiano, sono anche consorziate la Confederazione Nazionale delle Misericordie d’Italia, la Fraternita di Misericordia di Isola di Capo Rizzuto, la Miser Icr srl di Isola Capo Rizzuto, la Polisportiva Isola Capo Rizzuto.”

 

Le “distrazioni” di fondi nel 2014. “In particolare – si legge nel decreto di fermo della Dda- nel solo anno 2014, Leonardo Sacco - in virtù del rapporto di immedesimazione e concreta gestione dei servizi affidati per il tramite delle convenzioni distraeva? con il concorso morale e materiale del prete Don Edoardo Scordio, beneficiario della condotta - la somma di oltre 150 mila euro (150.118,60 per l’esattezza), destinandola alla Parrocchia Maria Assunta per non meglio precisati prestiti, restituzione di prestiti, saldo note di debito”. L’altra presunta distrazione riguarderebbe  la somma di 362.301,26 euro, per il pagamento delle rate di mutuo per acquisto di immobili;quindi la somma di 2.561.587,89 euro, per finanziamenti alla Miser Icr;  la somma di 110.000,00 euro, per il pagamento di fatture alla Sea Lounge srl; la somma di 144.994,00 euro, per finanziamenti alla Polisportiva Isola Capo Rizzuto”.

 

Le “distrazioni” di fondi nel 2015. “In particolare – si legge ancora negli atti dell’inchiesta - nel solo anno 2015,  Leonardo Sacco, - in virtù del rapporto di immedesimazione e concreta gestione dei servizi affidati per il tramite delle convenzioni avrebbe distraeva? con il concorso morale e materiale del prete Don Edoardo SCORDIO, beneficiario della condotta -  la somma di € 83.525,00, destinandola alla Parrocchia Maria Assunta per non meglio precisati prestiti, restituzione di prestiti, saldo note di debito; la somma di € 302.928,03, per il pagamento delle rate mutuo per acquisto immobili; la somma di 1.037.071,00 euro, per finanziamenti alla Miser Icr srl; la somma di 158.000,00 euro , per il pagamento di fatture alla Sea Lunge srl; la somma di 356.900,00 euro , per finanziamenti alla Polisportiva Isola Capo Rizzuto.

 

La squadra dei record. Fresco di promozione in Serie D al termine di una cavalcata inarrestabile, il gruppo di mister Salerno (già tecnico della Palmese) non ha avuto rivali quest’anno nel campionato di Eccellenza calabrese. Si è laureato campione, festeggiando il salto nel massimo torneo dilettanti con una giornata di anticipo sulla fine del torneo.

 

Insaziabile. Non solo la vittoria del campionato di Eccellenza, l’Isola Capo Rizzuto in questa stagione ha messo in tasca anche il campionato regionale Juniores ed infilato in bacheca pure la Supercoppa della Regione battendo nel triangolare il Cotronei (vincitore del torneo di Promozione girone A) ed il Soriano (vincitore del torneo di Promozione girone B).

 

Le parole di Gabrielli. L'organizzazione criminale “più attiva»” nel mondo del calcio «è la ndrangheta». Lo ha detto, nei giorni scorsi, il capo della polizia, Franco Gabrielli, in audizione davanti alla Commissione parlamentare antimafia. Gabrielli ha parlato dell'esistenza «fin dagli anni 80 della mafia calabrese interessata a società di calcio, in particolare nel reggino, con tentativi di infiltrazione nel Crotone calcio» che sono stati registrati nel passato. «Gli attuali vertici sono stati oggetto di inchieste che si sono concluse con sentenze di assoluzione», ha chiarito il numero uno della polizia che poi ha aggiunto che «il crimine intravede nella gol economy l'occasione per ampliare traffici illeciti e insinuarsi in modo persuasivo sul tessuto sociale»

 

I precedenti.  Quello della Polisportiva Isola Capo Rizzuto è solo l’ultimo caso , in ordine di tempo, che ha messo in luce il fortissimo interesse della criminalità organizzata al mondo del calcio. Nel 2012 era stato il Rosarno a finire sotto la lente d’ingrandimento degli investigatori per i quali l’allora società presieduta da Mimmo Varrà era controllata di fatto dalla cosca Pesce. Più recentemente è stata l’inchiesta “Dirty Soccer”, istruita dalla Procura di Catanzaro, a far emergere uno spaccato del mondo del pallone che poco ha a che fare con il mondo dello sport. Una bufera partita a seguito delle indagini e dei controlli che la Polizia stava effettuando su Pietro Iannazzo (già dirigente del Sambiase) arrestato qualche giorno prima  nell’operazione anti-‘ndragheta “Andromeda”.

 

Futuro. Scorrendo le oltre 2000 pagine dell’inchiesta “Jonny” il futuro della Polisportiva Isola Capo Rizzuto non appare roseo. Il rischio di passare dal sogno Serie D all’incubo sparizione dal panorama calcistico calabrese non è da escludere ma neppure scontato. Nei prossimi giorni si capirà di più. Al momento il club rimane sequestrato.

 

Alessio Bompasso

Giornalista
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