Il monopolio del clan Arena nell’affaire delle scommesse online e delle estorsioni

La cosca di Isola Capo Rizzuto avrebbe assunto una posizione dominante anche nel noleggio dei videogiochi e degli appalti pubblici
15 maggio 2017
10:11

Il complesso delle investigazioni svolte dalle Fiamme Gialle della Compagnia della Guardia di Finanza di Crotone, nel corso dell’inchiesta ha permesso di rilevare che, tra l’altro, l’associazione mafiosa facente capo alla famiglia Arena ha: acquisito e mantenuto, avvalendosi del potere di intimidazione, una “posizione dominante”, nel settore imprenditoriale della raccolta delle scommesse on line e su rete fissa, nonché, del noleggio degli apparecchi per il gioco on–line, nella città di Crotone e nel suo hinterland, conseguito profitti e vantaggi ingiusti derivanti da una alterazione degli equilibri concorrenziali che ha determinato la concentrazione della raccolta del gioco on line nelle mani del crimine organizzato, precludendo l’accesso ad altri operatori, con la conseguenza di determinare, un evidente effetto “moltiplicatore” sugli introiti, reinvestito in attività imprenditoriali, i capitali derivati dall’attività delittuosa, sistematicamente esercitata, tra l’altro, con modalità operative illecite, poiché difformi da quelle normativamente previste per l’organizzazione della raccolta delle scommesse e del gioco on line.

Le indagini espletate dalle Fiamme Gialle della Compagnia di Crotone hanno permesso di appurare che la cosca Arena ha sancito un “accordo trasversale” con i referenti apicali di altre fazioni criminali, diretto al controllo totale del settore economico del gaming con il fine di precludere, ad altri competitor commerciali, la possibilità di operare nel medesimo comparto.


 

Infatti, in forza di un accordo concluso da ARENA Pasquale, con i pluripregiudicati referenti delle fazioni crotonesi di ‘ndrangheta tra cui, SARCONE Salvatore e FOSCHINI Salvatore, in cambio di una percentuale prefissata, calcolata sul volume del gioco raccolto, hanno collaborato con la cosca ARENA, per l’acquisizione e la gestione di agenzie di gioco, ottenute con la forza di intimidazione derivante dalla fama criminale del sodalizio.  

Tali accordi hanno determinato l’instaurazione di un oligopolio criminale che ha, irrimediabilmente, alterato gli equilibri concorrenziali del mercato, sottoponendolo, ad una rigida gestione delinquenziale.

L’infiltrazione della criminalità organizzata nel settore del gaming è avvenuta attraverso una società di copertura, utilizzata dalla cosca ARENA: la società “KROTON GAMES 2000 s.a.s.” attiva nel settore del noleggio dei giochi e della raccolta delle scommesse, che ha costituito, lo “STRUMENTO OPERATIVO” attraverso cui l’organizzazione criminale ha agito.

 

Detta società, espressione commerciale del potere della ’ndrangheta, si è avvalsa per il perseguimento dei fini sociali, della strategica collaborazione di MARTIRADONNA Francesco, il quale, in qualità di concorrente esterno dell’associazione mafiosa, ha operato in Italia attraverso la società CENTURION BET LTD a quest’ultimo riconducibile.

In particolare la certosina attività d’indagine espletata dai Finanzieri della Compagnia ha permesso di appurare le recondite connessioni intercorrenti tra la KROTON GAMES 2000 e la CENTURION BET LTD che per il tramite di MARTIRADONNA ha fornito alla fazione criminale supporto logistico, tecnico, contabile e gestionale.

 

Inoltre, le indagini finanziarie espletate e l’approfondimento delle operazioni sospette condotte dai Finanzieri con i poteri della polizia valutaria hanno evidenziato un intricato intreccio delinquenziale architettato dalla criminalità organizzata, nel settore del gaming, che ha determinato movimentazioni finanziarie per decine di milioni di euro, producendo un profitto netto, per la cosca di ‘ndrangheta ARENA, di 1.300.000 euro, in un lasso temporale compreso tra luglio 2013 e febbraio 2015.

 

Le attività svolte dai Finanzieri della Compagnia di Crotone hanno portato all’emissione di 10 dei provvedimenti di fermo di indiziato di delitto complessivamente eseguiti ed al sequestro penale dei seguenti beni, pertinenziali ai reati contestati, in quanto strumentali al compimento degli stessi o corpo del reato:

 

  • N. 1 complesso aziendale, operante nel settore dei giochi e delle scommesse, avente sede in Crotone (KR);
  • N. 02 autovetture di lusso: Audi A6 ed Audi A8;
  • N. 1 attività commerciale esercente Bar;
  • N. 4 beni immobili, fabbricati, siti in Crotone (KR).

Contestualmente alle indagini esperite i Finanzieri hanno provveduto a sviluppare approfonditi accertamenti di natura patrimoniale, al fine di riscontrare accumulazioni di beni di valore sproporzionato rispetto ai redditi dichiarati, sintomatici dell’utilizzo di risorse finanziarie illecite riconducibili ai reati contestati. L’esito degli stessi ha permesso di individuare un ingente patrimonio finanziario ed immobiliare sottoposto a sequestro preventivo, in ottica di confisca, di seguito indicato:

 

  • N. 12 beni immobili, fabbricati, siti in Crotone (KR), Isola di capo Rizzuto (KR) e Castelnovo Ne’ monti (Reggio Emilia);
  • N. 6 autovetture;
  • N. 4 motocicli;
  • N. 20 polizze assicurative sulla vita;
  • N. 07 conti di gioco;
  • Molteplici quote societarie relative ad imprese attive in Crotone ed Isola di Capo Rizzuto ed operanti nel settore dei giochi e delle scommesse, dei servizi informatici, delle assicurazioni e dei servizi di pulizie;
  • Oltre 50 conti correnti;
  • Oltre 50 conti deposito e risparmio;

Numerose cassette di sicurezza.

 

L’ingente mole di beni finanziari e patrimoniali sequestrati dai Finanzieri ammonta ad un valore complessivo pari a 12.000.000 di Euro.

 

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Le estorsioni. Nel corso delle indagini è emerso che la cosca Arena, da decenni al centro delle vicende criminali nel crotonese, aveva imposto la propria assillante presenza anche sull’area ionica della provincia di Catanzaro ove, direttamente attraverso i propri affiliati, a mezzo di propri fiduciari nominati responsabili della conduzione delle attività delittuose o attraverso la messa “sotto tutela” di cosche alleate, aveva monopolizzato il business delle estorsioni ai danni di esercizi commerciali ed imprese anche impegnate nella realizzazione di opere pubbliche.

 

Tra il 2015 ed il 2016 infatti, in particolare a Catanzaro, una cellula della cosca, dipendente dalla cosca madre di Isola Capo Rizzuto ma radicata nel capoluogo, aveva perpetrato una serie impressionante di danneggiamenti a fini estorsivi per fissare con decisione la propria influenza sull’area mentre cosche satelliti della famiglia Arena avevano fatto altrettanto nell’area, di rilevante interesse imprenditoriale e turistico, immediatamente a sud di Catanzaro ricadente nei comuni di Borgia e Vallefiorita.

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