Ortopedia dell’Ospedale di Locri: «Rischio chiusura per carenza di specialisti»

E’ l’allarme lanciato dalla Cisl Fp di Reggio Calabria: «Per l’ennesima volta si calpestano i livelli essenziali di assistenza, in una realtà costosa e inefficiente»
di Redazione
3 maggio 2017
08:02
Ospedale di Locri
Ospedale di Locri

L’Ortopedia dell’ Ospedale di Locri a rischio di chiusura per carenza di specialisti ortopedici.  E’ l’allarme lanciato dalla Cisl Fp di Reggio Calabria che,  tramite nota, ha evidenziato i punti critici dell'annosa questione.                                      

 


«Per l’ennesima volta si calpestano i livelli essenziali di assistenza, in una realtà costosa e inefficiente dove la lentezza burocratica sta portando ad un punto di non ritorno e l’isolamento allontana qualsiasi soluzione». La Cisl Fp di Reggio Calabria «sa bene che parlare del rischio di chiusura dell’Ortopedia dell’Ospedale di Locri senza considerare il contesto Aziendale, Provinciale e Regionale è solo un inutile spreco di tempo e di energie, è il classico esempio che purtroppo affligge la quasi totalità delle Unità Operative dell’Asp di Reggio Calabria, costretta a “spostare” provvisoriamente risorse umane da una parte all’altra con il risultato di risolvere solo parzialmente e momentaneamente alcune criticità, scoprendone irreparabilmente altre, senza considerare che la popolazione bisognevole di prestazioni è sempre quella, sempre alla ricerca di soluzioni che non arrivano e sempre più costretta a rivolgersi fuori Regione per le cure».

 

Manca, a giudizio del sindacato, un intervento determinante per quello che più volte è stato considerato «un caso nazionale e non solo regionale». «La “nuova” ma ormai ritenuta insufficiente Rete Ospedaliera – aggiungono - era già il risultato di una drastica riduzione delle strutture presenti sul Territorio, con la scelta di convertire e chiudere importati riferimenti territoriali, la condizione reale registra due Ospedali  SpoKe senza organico sufficiente a tenerli in vita, aiutati da due Ospedali Generali che sono stati finora spogliati e basta, quindi non in grado di badare a se stessi tantomeno nelle condizioni di espletare la funzione di filtro per la quale sono stati concepiti. La coperta non è corta, è quasi inesistente, mancano ortopedici, radiologi, anestesisti, nefrologi, pediatri, chirurghi, infermieri, operatori socio sanitari, biologi, adeguamenti strutturali, dotazioni di base».

 

La Cisl Fp di Reggio Calabria ha sempre sostenuto che «non bisogna rassegnarsi alla ricerca di soluzioni Aziendali o addirittura “chiuse” nel contesto di un solo Ospedale, le problematiche di una “Rete Ospedaliera” devono cercarsi nell’intero contesto che la compone, nel caso dell’Asp di Reggio Calabria bisogna rapportarsi ed integrarsi anche con l’Azienda Ospedaliera Bianchi Melacrinò Morelli».

 

«L’ex o addirittura defunto DCA 50/2017 che doveva dare “minime” risposte alle aspettative della “Popolazione di bisognosi” – concludono  - ha prodotto solo alcuni devastanti effetti, quelli di assoluta mancanza di speranza in un cambiamento, proprio quando nonostante in  notevole ritardo si poteva rimediare anche solo parzialmente, al vuoto di Risorse Umane lasciato dal blocco del Turn over». Rimarcata la necessità a «provvedere a dotare delle figure carenti i Reparti a rischio di chiusura, con le graduatorie utili  ma dimenticate di tutto il Territorio Regionale, integrando con giovani professionisti la vecchia dotazione organica che ha superato i 57 anni di età media. Occorre fare presto e bene, evitando disagi per l’Utenza e garantendo un adeguato Livello di Assistenza che ancora rimane ben lontano da quello delle altre Regioni Italiane».

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