‘Ndrangheta, colpo al clan Pesce di Rosarno: 20 arresti (NOMI)

L'operazione è la prosecuzione dell'inchiesta Recherche che ha portato all’arresto di esponenti di vertice, affiliati e prestanome della cosca reggina ritenuti responsabili di associazione mafiosa e favoreggiamento nei confronti del boss latitante Marcello Pesce
di Redazione
28 aprile 2017
07:32

Alle prime ore della mattinata odierna, investigatori della Squadra Mobile della Questura di Reggio Calabria e del Servizio Centrale Operativo della Polizia di Stato - con il supporto degli equipaggi del Reparto Prevenzione Crimine “Calabria” e delle Squadre Mobili delle Questure di Catania, Vibo Valentia e Cosenza, al termine di articolate indagini coordinate dalla Direzione Distrettuale Antimafia della Procura della Repubblica di Reggio Calabria - hanno dato esecuzione a due Ordinanze di Custodia Cautelare, entrambe emesse dal gip presso il Tribunale di Reggio Calabria nei confronti di 20 soggetti, ritenuti responsabili, a vario titolo, di associazione mafiosa, intestazione fittizia di beni, favoreggiamento personale nei confronti del boss latitante PESCE Marcello alias “Il ballerino” - arrestato dalla Polizia di Stato l’1 dicembre 2016 e condannato recentemente per fatti di mafia alla pena definitiva di 16 anni e 2 mesi di reclusione - nonché di traffico e cessione di sostanze stupefecenti, aggravati dalla circostanza di aver agevolato la cosca PESCE di Rosarno (RC).


I due provvedimenti rinnovano le misure cautelari già emesse dal gip competente per territorio sulla convalida del fermo di indiziato di delitto eseguito il 4 aprile a carico di 12 soggetti nell’ambito dell’Operazione “Recherche 1”, e contestualmente disposte altre misure restrittive nei confronti di 8 soggetti, ritenuti responsabili, a vario titolo, dei delitti di associazione mafiosa, traffico e spaccio di sostanze stupefacenti, favoreggiamento personale ed intestazione fittizia di beni , aggravati dalla mpdalità mafiosa.



Delle 20 misure cautelari eseguite, 12 sono state emesse nei confronti dei seguenti soggetti, già fermati (ad eccezione di PESCE Antonino classe 1992, che si era reso irreperibile) nell’ambito dell’Operazione “Recherche 1”:

 

1. Rocco Pesce, nato il 17 marzo 1988, - custodia in carcere;
2. Filippo Scordino, nato il 23 agosto 1975 - custodia in carcere;
3. Giosafatte Giuseppe Elia, nato il 19 maggio 1974 - custodia in carcere;
4. Antonio Cimato, nato il 26 luglio 1984 - custodia in carcere;
5. Consolato Salvatore Coppola, nato il 19 maggio 1968 - custodia in carcere;
6. Carmelo Garruzzo, il 1° gennaio 1971 - custodia in carcere;
7. Antonino Pesce, nato il 14 aprile 1992 - custodia in carcere;
8. Savino Pesce, nato il 27 luglio 1989 - custodia in carcere;
9. Michelangelo Raso, nato il 19 dicembre 1981 - custodia in carcere;
10. Bruno Stilo, nato il 21 aprile 1966 - custodia in carcere;
11. Michelino Mangiaruga, natol 26 aprile 1979, - arresti domiciliari;
12. Rosario Armeli, nato il 12 maggio 1983, - arresti domiciliari,

 

Altre 8 misure cautelari sono state emesse, come detto, sulla base di una nuova richiesta avanzata dalla Procura Distrettuale Antimafia di Reggio Calabria nei confronti dei seguenti soggetti:

 

1. Marcello Pesce, nato il 12 marzo 1964 - carcere
2. Pasquale Francavilla, nato il 7 Giugno 1975 - carcere
3. Rocco Rachele, natoil 17 marzo 1968 - carcere
4. Alfio Ciatto, nato il 29 aprile 1968 - domiciliari
5. Gregorio “u Lollo” Niglia,l’8 aprile 1983 - domiciliari
6. Roccaldo Messina, nato il 9 novembre 1969 - obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria
7. Andrea Villari, nato  il 16 novembre 1992 - domiciliari
8.  Vincenzo Cannatà, nato il 22 ottobre1984 - domiciliari

 

Tutti gli imputati risiedono a Rosarno, tranne il cosentino Pasquale Francavilla e i catanesi Consolato Coppola.

 

Il ruolo del boss Marcello Pesce. Le indagini, con le quali veniva individuato il protocollo di protezione posto attorno al carismatico boss ricercato, hanno permesso di dimostrare altresì che egli, nel periodo di latitanza, impartiva ordini e direttive alla cosca, facendo leva sull’efficiente filiera comunicativa facente capo alla cerchia di fedelissimi ed aventi come destinatari finali il figlio Rocco Pesce e Filippo Scordino, uomo di punta della cosca, affiancato al figlio nella gestione degli affari di famiglia e suo luogotenente.


Lo stesso, in quanto terminale ultimo della cosca Pesce, curava l’approvvigionamento delle risorse finanziarie, amministrandole e distribuendole ai membri della cosca detenuti ed ai loro familiari; gestiva, in regime di sostanziale monopolio, l’attività di trasporto merci su gomma per conto terzi; curava i rapporti con le altre cosche, intervenendo, a più riprese, per risolvere svariate controversie sorte all’interno della propria compagine criminale o con altre consorterie.


Marcello Pesce è stato raggiunto da misura cautelare anche per i delitti di intestazione fittizia delle ditte Getral, Le Tre stagioni, Azienda agricola Rocco Pesce, sottoposte a sequestro preventivo nell’ambito dell’operazione del 4 aprile.


Il traffico di sostanze stupefacenti. Nel corpo dei provvedimenti di custodia cautelare, vengono in rilievo anche le condotte relative al traffico di sostanze stupefacenti poste in essere da esponenti della cosca Pesce con altri soggetti.


Fra questi figura il cosentino Pasquale Francavilla- componente del gruppo dei fornitori dello stupefacente in contatto con Giosafatte Giuseppe Elia(affiliato ai Pesce) - il quale procurava stabilmente la sostanza stupefacente ad un gruppo di catanesi condotti a Cosenza dallo stesso Eliae da suoi uomini; in particolare, al Francavilla vengono contestate, oltre che la partecipazione all’associazione finalizzata al traffico di droga, anche due cessioni di sostanza stupefacente: la prima di 38 Kg di marijuana, al prezzo di 1800 euro al kg, in favore dei catanesi Consolato Coppola e Orazio Giordano, con la mediazione di Giosafatte Giuseppe Elia; la seconda, pari a 67 kg, di marijuana sempre a beneficio di Consolato Coppola e Alfio Ciatto, con la mediazione di Giosafatte Giuseppe Elia e Antonio Cimato.


Sempre per vicende relative al narcotraffico è stato raggiunto da misura cautelare il vibonese Gregorio Niglia con precedenti di polizia per violazione delle legge sulle armi e gioco d’azzardo, perché, in concorso con Rocco Pesce, deteneva, ai fini della cessione a terzi, sostanza stupefacente del tipo marijuana, superiore a quattro chilogrammi.


Durante le indagini, Rocco Pesce e Gregorio Niglia sono stati ripresi dalle telecamere installate in uno dei luoghi di interesse strategico della cosca, ovvero l’azienda agrumicola le Tre Stagioni (sottoposta a sequestro preventivo nell’ambito dell’operazione “Recherche 1”), mentre, in uno spiazzo dell’azienda, occultavano, in un’autovettura abbandonata, un quantitativo di 4 kg di marijuana che successivamente venivano sequestrati dagli investigatori della Polizia di Stato.


A Rocco Rachele - già condannato per associazione mafiosa nel processo Porto Franco - viene contestata l’intestazione fittizia di beni, aggravata dalla circostanza di aver agevolato la cosca Pesce. Invero, Rocco Rachele gestiva, nell’interesse della cosca, assieme a Filippo Scordino e Rocco Pesce, la società Getral Società Cooperativa (riconducibile all’ex latitante), organizzando il trasporto di merci per conto terzi, ricevendo somme di denaro, dirimendo contrasti sorti fra alcune aziende del settore e la Getral formalmente intestata ai prestanomi Andrea Villari e Vincenzo Cannatà, anch’essi colpiti dalla misura cautelare degli arresti domiciliari eseguita questa mattina.

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