Oliverio in trappola: Renzi impone lista unica

La decisione dopo una lunghissima trattativa condotta da Guerini. E Minniti gongola e porta a Roma un altro risultato: l'unificazione del partito
di Riccardo Tripepi
8 aprile 2017
19:45

Listone unico renziano in tutta Italia. Renzi ha deciso: no a liste autonome, neanche se legate a Maurizio Martina. Vani sono stati i tentativi di moral suasion che si sono levati soprattutto da Calabria e Sicilia per ottenere quello che in un primo momento era stato promesso.

 


Niente da fare. Lorenzo Guerini, che ha seguito la trattativa al telefono, è stato categorico: nessuna differenziazione. E' scattato insomma il trappolone per Oliverio e i suoi che pensavano di poter essere "diversamente renziani" e che adesso si ritrovano intruppati in unico listone con i renziani doc, quelli della prima ora.

 

Gli ultimi tentativi di resistenza che Oliverio ha provato a guidare da Verona, dove si trova per presenziare al Vinitaly, sono risultati vani. Del resto a sedare gli animi ci ha pensato il ministro dell'Interno Marco Minniti che adesso consegna al partito romano un altro risultato personale: il partito calabrese unificato e renziano in maniera bulgara.

 

La decisione è stata presa in maniera definitiva al termine di una lunga riunione del Pd a Lamezia alla quale hanno preso parte il segretario regionale Ernesto Magorno, i parlamentari Bruno Censore, Nicodemo Oliverio e Demetrio Battaglia, il capogruppo del Pd Sebi Romeo, il segretario provinciale del partito a Cosenza Luigi Guglielmelli e il consigliori del governatore Nicola Adamo.

 

Volti tirati al termine della riunione e la sensazione che prossime 48 ore saranno campali perché è lontanissimo l'accordo sul numero dei delegati che, a questo punto, dovranno essere spartiti tra i renziani doc e gli uomini di Magorno. La composizione della lista che materialmente è affidata  a Bruno Censore si prospetta alquanto complessa e i tempi per stringere gli accordi sono risicati. Il termine per la presentazione scade lunedì alle 18.

 

Il rischio adesso è che la decisione di Renzi possa scontentare tutti. I renziani di Magorno e Battaglia, infatti, vogliono la maggioranza dei delegati mentre gli oliveriani trattano la resa per spuntare il  50%.

 

Di sicuro, però, l'ex premier un risultato lo ha ottenuto: ha messo in trappola tutti i ribelli sui territori. Oliverio e i suoi sono costretti ad ingoiarsi l'area autonoma e a dimostrare sul campo di essere renziani davvero. Se poi l'ennesima prova di forza del leader potrà essere controproducente in futuro è tutto da dimostrare.

 

L'unico che se la ride, al momento, è Carlo Guccione che adesso si accredita come reale e unico punto di riferimento per la sinistra Pd in Calabria e plenipotenziario di Andrea Orlando per la Regione.

 

Riccardo Tripepi

Giornalista
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