‘Ndrangheta, sequestrati beni per 4 milioni di euro riconducibili a Gennaro Pulice (VIDEO)

Sigilli a cinque società e a un’impresa individuale operanti nel settore delle costruzioni tutte di fatto riconducili all’attuale collaboratore di giustizia, esponente apicale delle cosche confederate di Lamezia “Iannazzo e Cannizzaro-Daponte”
di Redazione
4 aprile 2017
09:09
Gennaro Pulice
Gennaro Pulice

La Polizia di Stato sta procedendo, a Catanzaro, a Lamezia Terme, in Lombardia, Piemonte ed in Abbruzzo, all’esecuzione di un provvedimento, emesso dal gip distrettuale, con il quale è stato disposto il sequestro preventivo dei beni riconducibili al collaboratore di giustizia Gennaro Pulice, alla moglie e ad alcuni imprenditori operanti nel campo delle costruzioni, considerati suoi prestanome.



Chi è Gennaro Pulice. Esponente apicale delle cosche confederate “Iannazzo e Cannizzaro-Daponte”, autore di diversi omicidi, il primo dei quali commessi quando era ancora minorenne, Gennaro Pulice è un collaboratore di fondamentale importanza poiché oltre ad aver riferito in ordine alla propria ed altrui partecipazione a tali efferati crimini è emerso quale affermato uomo d’affari ed imprenditore di successo, dedito, dopo una vertiginosa scalata da ruoli di pura manovalanza a posizioni di rilevante prestigio criminale e dopo il conseguimento di due lauree in Giurisprudenza e Scienze Giuridiche, ad investimenti di elevato profilo ed operazioni finanziarie spregiudicate.


 

Le indagini hanno permesso di accertare che Pulice Gennaro, nel periodo antecedente il suo arresto,nel maggio 2015 nell’ambito dell’operazione “Andromeda”, aveva posto in essere,con il concorso di compiacenti imprenditori, una serie di interposizioni fittizie in relazione alla titolarità delle proprie attività economiche con lo scopo di evitare eventuali misure ablatorie del proprio patrimonio come conseguenza della possibile applicazione di misure di prevenzione nei suoi confronti.


Accertata anche la capacità di Pulice di interagire con imprenditori le cui attività produttive vivevano periodi di difficoltà economica che venivano superate grazie all’immissione dei capitali nella disponibilità dello stesso cosicché essi divenivano,di fatto “prestanomi” di quest’ultimo.


Il sequestro beni. Poste sotto sequestro la totalità delle quote e l’intero patrimonio aziendale di 5 società e di 1 impresa individuale, operanti prevalentemente nel settore delle costruzioni, 20 beni immobili, alcuni veicoli e diversi rapporti bancari, per un valore complessivo di circa 4 milioni di euro.


In particolare, tra le società oggetto del provvedimento ablatorio figurala “Costruzioni Generali s.r.l.”, affidataria, in sub-appalto, di lavori per la realizzazione del “raddoppio” della linea ferroviaria ligure Andora (SV) – San Lorenzo (IM), della quale è titolare l’ imprenditore catanzarese Raffaele Dornio di anni 24 con il cui padre, Gaetano Dornio, anch’egli imprenditore e destinatario del provvedimento di sequestro, Pulice risulta aver intrattenuto rapporti economici sin dal 2009/2010. Accertato, anche a mezzo delle intercettazioni espletate, che anche se formalmente intestata a Dornio, la società era di fatto riconducibile al collaboratore di giustizia tanto che in determinate circostanze, quest’ultimo ne rivendicava gli utili in relazione a lavori effettuati, a fronte di corrispondenti pagamenti per salari e stipendi ai dipendentio comecompensazione di tasse pagate per l’attività d’impresa.

 

Nei confronti dei soggetti colpiti dal Provvedimento di Sequestro, la Procura della Repubblica di Catanzaro, a seguito dei riscontri investigativi del Servizio Centrale Operativo e della Squadra Mobile di Catanzaro ha inteso contestare il delitto di trasferimento fraudolento di valori aggravato dalle modalità mafiose.


Le attività investigative, coordinate dalla locale Procura Distrettuale Antimafia secondo le direttive del Procuratore Capo Nicola Gratteri, del Procuratore Aggiunto Giovanni Bombardieri e del Sostituto Procuratore Elio Romano, sono state svolte dal personale del Servizio Centrale Operativo della Polizia di Stato – Unità Indagini Patrimoniali e dalla Squadra Mobile di Catanzaro, collaborata dal Commissariato Polizia di Stato di Lamezia Terme.

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