‘Ndrangheta, scacco alla cosca Pesce di Rosarno: undici fermi (NOMI-FOTO)

Tra i reati contestati associazione mafiosa, favoreggiamento nei confronti del boss latitante Marcello Pesce nonché di traffico e cessione di sostanze stupefacenti
di Redazione
4 aprile 2017
07:33
Rosario Armeli
Rosario Armeli

È in corso dalle prime ore di questa mattina una vasta operazione della Polizia di Stato per l’esecuzione di undici provvedimenti di fermo di indiziato di delitto emessi dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Reggio Calabria nei confronti di elementi di vertice, affiliati e prestanomi della cosca Pesce di Rosarno, ritenuti responsabili, a vario titolo, di associazione mafiosa, illecita concorrenza con minaccia o violenza, intestazione fittizia di beni, favoreggiamento personale nei confronti del boss latitante Marcello Pesce, arrestato dalla polizia l’1 dicembre 2016, nonché di traffico e cessione di sostanze stupefacenti.

 


Recherche è il nome che gli investigatori della Polizia di Stato hanno dato all'operazione. Le indagini svolte alacremente dalla Squadra Mobile di Reggio Calabria e dal Servizio Centrale Operativo della Polizia di Stato, oltre che portare alla cattura del pericoloso latitante Marcello Pesce, hanno consentito di individuare la rete dei soggetti che per anni ha protetto la latitanza di Marcello Pesce, permettendo allo stesso di continuare a giocare un ruolo importantissimo nel panorama ‘ndranghetistico della fascia tirrenica della provincia di Reggio Calabria, ma anche di ricostruire l'operatività di gran parte del gruppo di soggetti a lui facenti capo e le numerose attività economiche riconducibili al sodalizio. Le indagini sono state coordinate dal procuratore capo Federico Cafiero de Raho e dal procuratore aggiunto Gaetano Paci e dal sostituto procuratore Luca Miceli che, insieme agli investigatori della Squadra mobile, ha seguito ogni singolo spostamento dei fiancheggiatori di Pesce, arrivando a identificarne nomi e volti.

 

Il blitz che aveva consentito la cattura del super-latitante Marcello Pesce veniva effettuato dopo mesi di indagini condotte dalla Squadra Mobile di Reggio Calabria e dal Servizio Centrale Operativo della Polizia di Stato, con il coordinamento dei magistrati della Direzione Distrettuale Antimafia di Reggio Calabria. L’azione, complessa, articolata e di grande difficoltà operativa permetteva, oltre alla cattura del pericoloso latitante, anche di arrestare due favoreggiatori che hanno già patteggiato la pena.

 

Contestualmente sono stati sequestrati beni per un valore complessivo di circa 10 milioni di euro. Si tratta di otto società operanti nel settore agrumicolo e del trasposto merci per conto terzi, con i relativi patrimoni aziendali (beni mobili ed immobili, crediti, articoli risultanti dall’inventario, beni strumentali, denominazione aziendale, avviamento, conti correnti, nonché tutte le licenze e/o autorizzazioni all’esercizio dell’attività commerciale concesse dalle Autorità competenti. Sequestrati anche 44 trattori stradali, rimorchi e semirimorchi utilizzati dalla cosca per il trasporto di agrumi e kiwi da Rosarno al Centro e Nord Italia. 

 

I FERMI: 

 

Rocco Pesce, 29 anni
Savino Pesce, 28 anni
Filippo Scordino, 42 anni
Bruno Stilo, 51 anni
Carmelo Garruzzo, 46 anni
Michelangelo Raso, 36 anni
Rosario Armeli, 34 anni
Michelino Mangiaruga, 38 anni
Giosafatte Giuseppe Elia, 43 anni
Consolato Salvatore Coppola, 49 anni
Antonio Cimato, 33 anni

 

Risulta attualmente ricercato Antonino Pesce, 25 anni.

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