Pediatra con la passione per il narcotraffico

Per gli inquirenti, Pietro Bonaventura Zavettieri sarebbe finanziatore di attività illecite ed acquirente d'ingenti partite di droga. È stato fermato a Messina
di C. M.
23 marzo 2017
19:46

Usava spesso il metodo di comunicazione tramite Blackberry il pediatra Pietro Buonaventura Zavettieri. È lui il professionista che, stando alle indagini della Dda di Reggio Calabria, avrebbe avuto un ruolo importante quanto a traffici di sostanze stupefacenti.


Un uomo insospettabile, un medico che prestava servizio in Calabria ma dimorava in Sicilia. Ed infatti è a Messina che i finanzieri lo hanno raggiunto ed arrestato. Secondo quanto è emerso dalle indagini Zavettieri avrebbe svolto il ruolo di finanziatore di traffici illeciti, ma anche acquirente di ingenti partite di sostanze stupefacenti provenienti dal Sudamerica. L’inchiesta però non è riuscita a documentare se quelle attività abbiano portato o meno all’arrivo effettivo della droga e per questo ad oggi al professionista viene contestato il reato tentato.


 

Per quanto concerne la figura di Zavettieri, gli inquirenti spiegano come dalle carte emerga uno «spaccato inquietante» della personalità del professionista, il quale «si è rivelato un uomo dalla condotta lasciva». Per i magistrati «non sono emersi elementi tali da far ritenere che lo stesso potesse far uso di sostanze stupefacenti, ma neppure può escludersi che ciò sia avvenuto, dal momento che Zavettieri risulterà avere un ruolo importante nel traffico di stupefacenti» di cui si occupa l’inchiesta. Zavettieri, fra l’altro, fa parte del secondo filone dell’inchiesta che s’intreccia col primo.


Sono numerose le chat raccolte dagli investigatori in cui Zavettieri parla con il suo uomo di fiducia, Sandro Favasuli, inviandolo anche a trattare l’acquisto dello stupefacente all’estero, specie con i sudamericani Andres Salazar Garcia e Margarita Alejandra Rodriguez. Salazar Garcia, fra l’altro, fu identificato da personale di Trenitalia e, una volta giunto a Reggio Calabria, alloggiò in un notissimo agriturismo della zona greco-calabra della provincia reggina, con prenotazione effettuata dallo stesso Sandro Favasuli.


Come si scoprirà dalle conversazioni intercettate, il soggiorno di Salazar era servito a pianificare le importazioni di sostanza stupefacente da introdurre in Italia. (c.m.)

Giornalista
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