Aeroporto dello Stretto, Falcomatà: «Senza garanzie per il rilancio dello scalo, pronto a dimettermi»

Lettera aperta del primo cittadino Giuseppe Falcomatà in merito alla crisi che sta attraversano il “Tito Minniti”: «Mercoledì sarò a Roma a difendere le speranze della nostra Reggio»
di Redazione
14 marzo 2017
20:27
Reggio, Giuseppe Falcomatà
Reggio, Giuseppe Falcomatà

Lunga lettera del sindaco di Reggio Calabria, Giuseppe Falcomatà. Il primo cittadino della città dello Stretto, nel prendere in mano carta e penna, ha evidenziato le criticità, il rischio isolamento che lo smantellamento dell’aeroporto “Tito Minniti” potrebbe comportare. Riprendiamo l’intero contenuto della missiva.

 


«Cari concittadini, in queste ore si sta consumando una storia che parla di tutti noi, una storia sbagliata che ci racconta che saremo di nuovo sconfitti se tagliati fuori. Condannati di nuovo all’isolamento, alla chiusura, alla mancanza di prospettive, alla possibilità di dire al mondo intero “Benvenuti a Reggio Calabria” e di dire a noi stessi “Bentornati a casa”.

 

Questa storia è diventata il principale argomento di discussione nei bar, nei negozi, in piazza, nelle scuole e nelle università, nei luoghi di lavoro, in palestra, al campo sportivo, per strada. Siamo di fronte ad un passaggio di portata epocale, che va molto oltre la semplice programmazione dei voli in partenza e in arrivo al “Tito Minniti”. Dobbiamo esserne tutti consapevoli, altrimenti rischiamo di essere colpiti senza neppure sentire gli spari.

 

In questa storia si intrecciano i volti e le vite di chi, quotidianamente, si muove per motivi di studio, di lavoro, di salute o di semplice volontà e sete di conoscenza. È la storia di Giovanni che fa l’architetto a Parigi, di Mattia che studia a Milano, di Ramona che ha la nonna a Reggio, di Samuele che va ogni mese a Genova per la visita di controllo e di tutte le altre persone che, da domani, potrebbero non riuscire più a farlo. Il diritto ad una mobilità veloce ed efficiente è il diritto al futuro.

 

Il mio compito, da sindaco e da primo rappresentante di questa comunità, è quello di programmare, costruire e difendere il futuro del nostro territorio. In poco più di due anni di lavoro sono ormai diversi gli strumenti normativi e finanziari ottenuti per il rilancio dello sviluppo nella nostra Città Metropolitana. Mi riferisco, ad esempio, al Masterplan di investimenti del Patto per Reggio Calabria, alle nuove opere del Decreto Reggio, ai fondi previsti nel Pon Metro, al Pon Sicurezza, ai bandi per la cultura e lo sviluppo delle periferie. Tutti strumenti utili e necessari che ci hanno consentito di invertire la tendenza disastrosa che sembrava quasi ineluttabile e ridisegnare il futuro della città con opere importanti, alcune delle quali già avviate ed altre pronte ad essere cantierate. Senza aeroporto, tuttavia, tutto questo non ha senso. Non ha senso costruire prigioni dorate, torri d’avorio, non ha senso raccontare tutto questo soltanto a noi stessi.

 

Oggi, in questa città, le porte sono finalmente aperte, ma invano se poi le stanze rimangono vuote. Reggio Calabria deve trovare il coraggio di tornare a credere in se stessa. Quando in passato ci è riuscita, ha dato prova di grande sapienza e lungimiranza, affermando il suo ruolo di città accogliente, che fa della cultura, dello scambio e del rinnovamento le sue caratteristiche preminenti. Ma non può esserci rinnovamento senza movimento, senza mobilità, non può esserci progresso senza la connessione, non esiste crescita senza il confronto. Reggio senza aeroporto rischia di chiudersi in se stessa e trasformarsi in un non luogo, chiuso, cieco, senza prospettive. Individui condannati all’isolamento e al sottosviluppo; consapevoli che l’isolamento e il sottosviluppo sono quel terreno fertile dove prolifera forte e vigorosa la mala pianta della ?ndrangheta e del malaffare.

 

Non ho intenzione, da reggino prima ancora che da sindaco, di assistere inerme a tutto questo, perchè chi non lotta ha già perso. Per questo, mercoledì sarò a Roma a difendere le speranze della nostra Reggio. Non il futuro personale, non le velleità politiche, non le appartenenze, non le fantomatiche mire individuali; quello che è in gioco è il futuro della nostra città, il futuro di una comunità, la dignità di un intero popolo. E tutto questo non si sacrifica sull’altare di nulla.

 

Se non dovessi ottenere le certezze necessarie a garantire la sopravvivenza del nostro aeroporto e del suo sviluppo, non ha senso continuare. Passione e amore, così, non bastano più. Consegnerò al Governo le chiavi di una città che ha alzato la testa fiera e orgogliosa, riconoscendo che senza l’aeroporto, la principale porta di accesso alla Città Metropolitana, Reggio non avrà alcun futuro. Inutile spendere le proprie giornate, ogni singola goccia di sudore, ogni sorriso, ogni pianto, ogni emozione. Inutile ogni ora insonne passata a pensare, a programmare lo sviluppo del nostro territorio, se qualcuno pensa di negare uno dei presupposti essenziali ad affermare lo sviluppo stesso».

 

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