Sanità, il Pd sempre più in basso. Wanda Ferro: «Il do ut des non rappresenta un modo nobile di fare politica»

Il governatore aspetta risposte da Roma prima di schierare i suoi e intanto se le dà di santa ragione con Massimo Scura. Magorno fa finta di niente e insedia la Commissione
di Riccardo Tripepi
4 marzo 2017
20:05

Si accende ancora di più lo scontro tra il governatore Mario Oliverio e il commissario ad acta per il piano di rientro dal debito sanitario Massimo Scura. Ad accendere la miccia ci aveva pensato il governatore che aveva definito “marziano” Massimo Scura commentando la lettura che il commissario aveva fatto del suo operato in Calabria.

 


Senza troppi giri di parole, Oliverio era andato dritto al punto: “ci siamo lasciati alle spalle due anni di gestione disastrosa che è costata ai calabresi, per il solo commissario Scura, un compenso annuo di 171.312 euro ai quali si aggiungono 94.000 euro di arretrati per il primo anno di attività oltre al rimborso spese per missioni, trasferte ed indennità varie». “Solo ora, dopo avere alimentato una permanente conflittualità con la giunta regionale, il commissario Scura – ha detto il governatore – manifesta disponibilità a collaborare, forse perché consapevole del disastro prodotto dalla sua gestione”.

 

La replica al vetriolo da parte del commissario si è fatta attendere solo un giorno. “Caro presidente, i tuoi disinformatori colpiscono ancora. Il mio stipendio, di 171.312 euro lordi/anno, è onnicomprensivo, comprende quindi tutte le spese, viaggi a Roma compresi. Pensa che anche quando vengo convocato per il tavolo interministeriale mi pago il biglietto. «Non entro nel merito – prosegue il commissario alla sanità – delle altre menzogne che ti hanno dettato sui risultati ottenuti dalla struttura commissariale in questi due anni, (prima io non c’ero) per evitare polemiche che coinvolgerebbero altre persone. Tanto – è la conclusione di Scura – i risultati sulla qualità dei nuovi servizi, testimoniati dai Lea a 147 alla fine del 2015 ( nel 2017 ci avvicineremo ai fatidici 160) e i risultati economici sono sotto gli occhi di tutti».

 

Nuova benzina sul fuoco, insomma, su uno scontro che non conosce soste ed è cominciato praticamente fin dall’insediamento del commissario. Fa pensare, inoltre, che questo alzarsi dei toni arrivi proprio subito dopo il faccia a faccia tra Mario Oliverio e Matteo Renzi alla Cittadella e alla vigilia di una settimana che potrebbe essere nevralgica.

 

Dall’entourage di Oliverio filtra un certo ottimismo sulla possibilità che già dal Consiglio dei ministri di martedì possano arrivare risposte sulla sanità calabrese e sulla fine del commissariamento. Tema che sarebbe stato al centro dell’incontro tra il governatore e l’ex premier e sul quale si fonderebbe il nuovo patto tra i due. Oliverio avrebbe la sanità e con la sua area autonoma, gli ex bersaniani di Calabria, andrebbe a convergere su Renzi al prossimo congresso.

 

Una trattativa, o forse sarebbe più opportuno dire un mercanteggiare, che ha destato l’indignazione dell’opposizione di centrodestra. Wanda Ferro, fresca di ingresso in Consiglio, è entrata a gamba tesa nelle vicende dei democrat calabresi durante la trasmissione televisiva “22° Piano”, condotta da Pasquale Motta.

 

“Il do ut des – ha detto la Ferro – non rappresenta certo un modo nobile di fare politica soprattutto se praticato da chi si è presentato come rottamatore e diceva di voler rinnovare tutto”. Il riferimento, ovviamente, è a Matteo Renzi che, pur di superare il 50% alle primarie del prossimo 30 aprile, sarebbe disponibile ad imbarcare “vecchi arnesi” della politica e anche chi, fino a qualche tempo fa, era schierato dalla parte degli attuali scissionisti. In questo scenario in movimento, l'unico che continua a fare finta di niente è il segretario Magorno che a Lamezia, forse senza accorgersi di nulla, ha insediato la Commissione calabrese per il congresso.

 

 

 Riccardo Tripepi

 

Giornalista
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