“Catanzaropoli” fra favori, abusi e sesso: chiesto il processo per 24 indagati

Il pm della Procura di Catanzaro ha chiesto il rinvio a giudizio per politici, professionisti e il comandante dei vigili. C’è pure il consigliere regionale Tallini
di Giuseppe Baglivo
3 marzo 2017
11:31
Il Comune di Catanzaro
Il Comune di Catanzaro

Sono 24 le richieste di rinvio a giudizio che il pubblico ministero, Graziella Viscomi, ha questa mattina avanzato al giudice delle udienze preliminari del Tribunale di Catanzaro, Giovanna Gioia, a carico di altrettanti imputati nell’ambito del procedimento nato dall’inchiesta denominata “Catanzaropoli”. Peculato, truffa, abuso d’ufficio, turbata libertà degli incanti e falso sono i reati, a vario titolo, contestati dalla Procura nei confronti di ex assessori della giunta di Catanzaro (poi azzerata a seguito dell’indagine), dirigenti e consiglieri comunali.

 


Fra loro anche l’attuale consigliere regionale Domenico Tallini (in foto), ex Forza Italia, ora Gruppo Misto, che risponde nelle vesti di consigliere comunale di Catanzaro.

 

Secondo la ricostruzione accusatoria, l’ex assessore al Personale, Massimo Lomonaco, avrebbe abusato del suo ruolo per agevolare il rinnovo della carta d’identità di una donna inducendola a promettergli una prestazione sessuale, distraendo poi il dipendente comunale, Roberto Politi, dalle sue attività utilizzandolo a scopi privati. Sarebbe stato d’accordo anche con l’ex assessore alla Pubblica Istruzione, Stefania Lo Giudice e il direttore dell’area tecnica del comune, Giuseppe Cardamone, favorendo la nomina dell’architetto, Paola Rosaria Barbuto e affidandole l’incarico di direzione dei lavori di adeguamento dei musei del complesso monumentale San Giovanni senza svolgere alcuna istruttoria o valutazione del curriculum. La stessa condotta sarebbe stata posta nuovamente in essere a vantaggio di Pietro Folino e Gianmarco Plastino, entrambi beneficiari di incarichi ritenuti dalla Procura illegittimi “perché fondati solo ed esclusivamente sul rapporto personale” e sulla base di nessuna “valutazione che concernesse le competenze del professionista”.

 

La Procura ha, inoltre, ricostruito l’episodio legato alla fornitura e il noleggio di gazebo in occasione della Notte Piccante 2013. Le uniche due ditte partecipanti alla gara – Media Service di Maurizio Rafele e Annozero di Salvatore Sangiuliano, entrambi indagati – in base ad un precedente accordo si sarebbero spartiti le risorse derivanti dall’appalto senza peraltro eseguire in concreto l’opera. Ma tra gli indagati figurano ancora il comandante della polizia municipale, Giuseppe Salerno (indagato per il reato di falso ideologico), il quale in concorso con Salvatore Tarantino (accusato invece del reato di peculato) e Raffaele Luigi Riso si sarebbe dato da fare per ottenere un attestato in cui si accertava l’idoneità fisica del comandante per accedere al rinnovo della patente. Il tenente colonnello, Salvatore Tarantino, avrebbe, inoltre, omesso di verbalizzare violazioni edilizie rilevate all’interno del ristorante “U Tamarru” solo al fine di favorire Salvatore Mauro, titolare dell’esercizio commerciale.

 

Anche la mancata verbalizzazione di violazioni edilizie rilevate all’interno del noto ristorante del quartiere marinaro “Il Porto” è finita sotto la lente d’ingrandimento della Procura. Al fine di favorire il titolare, Salvatore Megna, due consiglieri comunali, Domenico Tallini e Carlo Nisticò, secondo l’ipotesi dell’accusa avrebbero fatto da intermediari con il responsabile della polizia municipale, Salvatore Tarantino. Quest’ultimo avrebbe chiuso un occhio sulla mancata presentazione della S.c.i.a. per la realizzazione del dehors.

 

Gli indagati sono l’ex assessore comunale al Personale, Massimo Lomonaco, 61 anni di Catanzaro, anche accusato del reato di peculato, poichè, secondo l'accusa, avrebbe usato per fini privati l'utenza telefonica intestata all'amministrazione comunale di Catanzaro; l’ex assessore comunale alla Pubblica Istruzione, Stefania Lo Giudice, 46 anni, di Catanzaro; il dipendente comunale Roberto Politi, 64 anni, di Catanzaro; il dirigente comunale, Giuseppe Cardamone, 69 anni, di Catanzaro; l’architetto Paola Rosaria Barbuto, 45 anni, di Catanzaro; il dirigente comunale, Carolina Ritrovato, 65 anni, di Stallettì; l’imprenditore Salvatore Sangiuliano, 49 anni, di Catanzaro; l’imprenditore Maurizio Rafele, 53 anni, di Catanzaro; l’ex assessore al Turismo, Rita Cavallaro, 48 anni, di Catanzaro; Giovanni Francesco Eugenio Lorenzo, 79 anni, di Catanzaro; la dipendente della polizia municipale, Anna Scutieri, 47 anni, di Catanzaro; la dipendente della polizia muncipale, Patrizia Verdeoliva, 53 anni, di Catanzaro; il responsabile del settore traffico della polizia municipale, Salvatore Tarantino, 55 anni, di Catanzaro; il comandante della polizia municipale Antonio Giuseppe Salerno, 58 anni, di Catanzaro; il consigliere comunale e regionale, Domenico Tallini, 65 anni, di Catanzaro; Carlo Nisticò, 59 anni, di Catanzaro; il medico militare  Raffaele Luigi Riso, 67 anni, di Catanzaro; il ristoratore Salvatore Megna, 66 anni, di Catanzaro; il dipendente comunale, Luciano Paparazzo, 65 anni, di Catanzaro; Pietro Folino, 63 anni, di Catanzaro; Gianmarco Plastino, 49 anni, di Catanzaro; il ristoratore Salvatore Mauro, 55 anni, di Catanzaro; Giuseppe Curcio, 49 anni, di Catanzaro ed Emilia Laureana, 46 anni, di Catanzaro.

 

Nessun indagato ha scelto il rito alternativo (abbreviato) che consente in caso di condanna uno sconto di pena pari ad un terzo.

 

Il Gup, Giovanna Gioia, ha quindi calendarizzato le successive udienze sino al mese di luglio.

 

Giornalista
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