Si prostituisce per ricattare i clienti: arrestato Giovanni Di Stefano

Il 38enne estorceva denaro sotto la minaccia di rendere pubblico il fatto che le vittime si erano relazionate con un transessuale
di Redazione
2 marzo 2017
13:05

La Squadra Mobile di Reggio Calabria, a conclusione di serrate indagini coordinate dal Procuratore della Repubblica di Reggio Calabria, Federico Cafiero de Raho, e dal Procuratore Aggiunto, Gerardo Dominijanni, nella giornata odierna ha dato esecuzione all’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal gip del Tribunale di Reggio Calabria nei confronti di Giovanni Di Stefano, 38 anni, ritenuto gravemente indiziato del reato di estorsione e di tentata violenza privata.


Le indagini sono partite in seguito alla denuncia di una delle vittime delle estorsioni perpetrate dall’indagato. Di Stefano era solito prostituirsi con uomini in una struttura ricettiva ubicata nel pieno centro della città di Reggio Calabria, concordando telefonicamente gli appuntamenti con i suoi clienti. Le sue prestazioni erano di solito pubblicizzate in annunci presenti on line su siti per incontri.
Il 38enne aveva messo a punto una strategia per carpire informazioni private sugli uomini che lo contattavano, per poi utilizzarle per minacciare i malcapitati.



Infatti, egli estorceva denaro sotto la minaccia di rendere pubblico il fatto che le vittime si erano relazionate con un transessuale, dicendo loro che avrebbe pubblicato screen shot su Facebook con raffigurati i numeri delle utenze cellulari delle vittime – per dimostrarne l’avvenuto contatto –, oppure minacciandoli di svelare il tutto ai loro parenti e conoscenti. Le somme di denaro di solito richieste ammontavano a € 50,00.


L’uomo, nel mese di ottobre dell’anno scorso, veniva tratto in arresto in flagranza di reato e sottoposto ai domiciliari presso la sua abitazione sita in Catania.


Durante la misura cautelare, però, lo stesso ha continuato ad intrattenere contatti telefonici in violazione delle prescrizioni di legge a lui imposte. Tutti gli elementi acquisiti hanno permesso al gip accogliere la richiesta di misura cautelare in carcere a carico dell’indagato, che si trova attualmente ristretto nel carcere della città etnea.

 

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