Nella città dello Stretto tutto il crocevia di culture del jazz

Presentato il Play Music Festival di Reggio Calabria. I tre concerti-evento sono stati presentati stamattina all'interno dell'AntiMuseo allestito da Techné Contemporary Art
di Fiorenza  Gonzales
26 febbraio 2017
09:18

Tre tessuti di note, tre occasioni di dialogo grazie al potere della musica: il Play Music Festival 2017 gioca con i “Fili Sottili” delle emozioni che avvolgono chi sa ascoltare.

 


Dopo il successo del “La valigia di suoni”, che lo scorso anno ha incrociato performance artistiche e dibattiti sulle migrazioni, la sesta edizione della rassegna organizzata dall'associazione Soledad continua a puntare sul jazz come espressione di incontro tra culture diverse. I tre concerti-evento sono stati presentati all'interno dell'AntiMuseo allestito da Techné Contemporary Art: l'esperimento, curato da Angela e Caterina Pellicanò e Ninni Donato, rende abitabili gli spazi d'arte, messi a disposizione del visitatore. E aprire spazi per costruire condivisione attraverso la musica è il motore del Play Music Festival, rassegna autofinanziata pensata come un unico viaggio in tre momenti: dal 2 al 16 marzo, ogni giovedì, alle 21.30, il salone del Miramare di Reggio Calabria risuonerà di variazioni musicali differenti.

 

In apertura sarà ospitata la prima tappa italiana dell'Ivan Mazuze Quartet: il pluripremiato sassofonista e compositore, accompagnato da Per Mathisen al basso, Jacob Young alla chitarra e Raciel Torres alle percussioni, porterà a Reggio Calabria la sua “joie de vivre” che mette insieme sonorità africane, ritmi cubani ed atmosfere nordiche. Mazuze infatti, nato in Mozambico, si è laureato in “Etnomusicologia” in Sudafrica prima di trasferirsi, dal 2009, in Norvegia: la sua produzione fa convergere musicisti africani e scandinavi, come dimostrano gli album “Maganda”, “Ndzuti” e “Ubuntu”, scelto da JazzCd per la raccolta focalizzata sulla scena norvegese contemporanea.

 

Il secondo appuntamento della rassegna, giovedì 9, è dedicato all'incontro tra la star internazionale Fabrizio Bosso ed il trio siciliano degli Urban Fabula: il trombettista torinese, conosciuto al grande pubblico anche per i duetti con Sergio Cammariere e Raphael Gualazzi, incontrerà Seby Burgio al piano, Alberto Fidone al basso e Peppe Tringali alle percussioni per il progetto “Dusty Groove”, un laboratorio sul bop moderno segnato da un percorso iniziato per gli “Urban Fabula” ben sei anni fa con l'album omonimo che ha portato il trio tra i finalisti dello European Jazz Contest 2010. Il pluripremiato Alessandro Burgio alternerà al classico pianoforte il suono vintage di un Fender Rhodes originale, per un bluesy elettrico che si incrocierà con la contemporaneità e i virtuosismi di Bosso.

 

Il Festival giovedì 16 virerà quindi ad est, con il Kinga Glyk Trio, trascinato dall'entusiasmo e dal talento della bassista 19enne polacca leader del gruppo. Accompagnata dal padre Irek alle percussioni e da Piotr Matusik alle tastiere, Kinga, un astro nascente della musica jazz-blues-funk, è considerata il miglior talento della sua generazione: a giugno 2016, la sua cover di “Tears in Heaven” di Jeff Berlin, postato sulla pagina Facebook “Bass Player United”, ha raggiunto oltre 20 milioni di visualizzazioni.

 

«Anche quest'anno il Play Music Festival vuole raccogliere gli input più interessanti del panorama internazionale e condividerli con la città» ha commentato il direttore artistico Alessio Laganà. «Nessuna cultura musicale, da qualunque parte del mondo provenga, può considerarsi immune dall'influenza del jazz, perché è una musica libera: né repertorio specifico, né esercizio accademico, il jazz è uno stile di vita, la rivolta delle emozioni che può assorbire altri generi rimanendo sempre se stessa».

 

Fiorenza Gonzales

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