Diagnosi precoce del cancro grazie a un biosensore: la scoperta del CNR-Nanotec

L’università degli studi della Calabria e l’istituto di nanotecnologia di Rende, in collaborazione con l’università di Cleveland, ha sviluppato un biosensore, capace di rivelare la presenza della singola cellula tumorale in concentrazioni molto basse
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di Rosaria Giovannone
25 febbraio 2017
13:11

“Stiamo cambiando la vita delle persone”.  Tiziana Ritacco,  dottoranda  in Scienze e Tecnologie fisiche, chimiche e dei materiali, testimonia così la sua esperienza all’Istituto di Nanotecnologia di Rende.


I ricercatori, da anni impegnati in diversi studi, hanno aperto una finestra sull’infinitamente piccolo anche per la comprensione profonda  del funzionamento dell’organismo umano.  La cura di malattie come il cancro, il diabete, l’Alzheimer, il morbo di Parkinosn, tra la tante che affliggono la nostra società, rappresenta una sfida apparentemente insormontabile.  



Le nanotecnologie, focalizzate sull’indagine biomedica e sulla manipolazione molecolare, sono tra le compenti di punta del progresso tecnologico necessario alla medicina di precisione, in particolare per tutti gli aspetti  che implicano analisi e manipolazioni  di singole molecole  e cellule per la diagnosi, la terapia e il monitoraggio della crescita ed evoluzioni di malattie oncologiche.


In medicina e nelle scienze della vita,  hanno permesso  di intervenire in una fase pre-sintomatica, acuta o cronica di una malattia, rispondendo alle grandi aspettative di una migliore qualità della vita in una società moderna.


È esattamente in questo ambito scientifico che si collocano alcuni recenti  risultati. L’università degli studi della Calabria e l’istituto di nanotecnologia di Rende, in collaborazione con l’università di Cleveland, ha sviluppato un biosensore,  capace di rivelare la presenza della singola cellula tumorale in concentrazioni molto basse.  


In particolare, il biosensore, basato su materiali nanostrutturati, infrange gli attuali limiti diagnostici e risponde alle esigenze cliniche di moltissimi centri di ricerca per lo studio di malattie tumorali.


I ricercatori sostengono che questa nuova tecnologia di sensing potrebbe aiutarli non solo nella fase puramente diagnostica, ma anche durante la fase terapeutica per monitorare la diffusione e la progressione delle lesioni tumorali durante le fasi di trattamento.
Lo sguardo all’infinitamente piccolo ha permesso, ancora una volta, di trovare un mondo ricco di opportunità.  Le nanotecnologie rappresentano uno dei più importanti esempi di innovazione generata dall’uomo a supporto della vita, che rivoluzioneranno il 21esimo secolo.


La ricerca è stata possibile grazie al supporto della fondazione “Con il cuore”, associazione non governativa senza scopo di lucro, fondata da due imprenditrici calabresi, Serafina Sammarco e Sabina Ceccacci.


La fondazione si avvale di un comitato scientifico internazionale  presieduto dal prof. Giuseppe Strangi, il cui compito è guidare e sviluppare le attività di supporto alla ricerca scientifica impegnata nella  lotta contro il cancro.  

 

Rosaria Giovannone

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