‘Ndrangheta a Lamezia, da portaordini ad esattore del clan: il ruolo di Francesca

Si occupava della raccolta dei proventi estorsivi e di mantenere “operativi” i rapporti tra il marito detenuto e gli affiliati rimasti liberi: così il collaboratore di giustizia delinea la figura della 32enne arrestata nell’ambito dell’operazione “Nuove leve”
di Manuela Serra
24 febbraio 2017
15:04

Tra i soggetti colpiti dall’odierno provvedimento nell'ambito dell'operazione "Nuove leve" risalta la figura di Francesca Allegro, 32 anni, moglie di Domenico Chirico, detto “u batteru”, considerato elemento di vertice della cosca Giampà. A lei il compito fondamentale di mantenere "operativi" i rapporti tra il marito detenuto e gli affiliati rimasti liberi e con gli imprenditori o commercianti sottoposti ad estorsione, talvolta provvedendo anche alla raccolta materiale del denaro di provenienza illecita.

 


Le dichiarazioni del collaboratore di giustizia. Come emerge dall’ordinanza, assumono particolare rilevanza le dichiarazioni del collaboratore di giustizia Pasquale Catroppa che riferisce, tra le altre cose, di un colloquio a cui ebbe modo di assistere, intercorso tra la moglie di Domenico Giampà e Francesca Allegro nel corso del quale le due donne discutevano di che cosa fare per raccogliere soldi per il mantenimento dei rispettivi mariti detenuti.

 

“Gli sconti riservati agli esponenti della cosca”. Il collaboratore specificava che le due donne nel periodo intercorrente tra l'operazione "Medusa" e l'operazione "Perseo", si frequentavano assiduamente e che spesso si recavano presso diversi negozi di abbigliamento e prelevavano capi di abbigliamento per sé stesse e per i mariti, usufruendo dello “speciale” sconto riservato agli appartenenti alla cosca.

 

Francesca Allegro si occupava altresì, per come gli veniva indicato dal marito, della raccolta dei proventi estorsivi necessari per sostenere i detenuti della cosca.

 

Le dichiarazioni dei collaboratori di giustizia trovano conferma anche nelle intercettazioni che dimostrerebbero l’attiva partecipazione della donna alla vita del sodalizio, attraverso la trasmissione di ordini e informazioni tra il marito, esponente di rilievo della cosca, e i sodali in un momento critico come quello rappresentato dalla detenzione e il ruolo attivo per sollecitare estorsioni i cui proventi dovevano essere destinati ai detenuti.

 

La Allegro, poi, si legge ancora nell'ordinanza, si rendeva disponibile per spostare armi, contattare esponenti di sodalizi di territori limitrofi per garantire protezione a imprenditori compiacenti, e amministrare sostanzialmente gli interessi illeciti del congiunto, riscuotendo somme, sollecitando pagamenti e, in generale, tenendo attivi i rapporti tra gli affiliati.

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