Doti di 'ndrangheta distribuite durante le udienze in tribunale

Ad attribuirle Vincenzo Giampà detto il “Camacio”. E' quanto emerge dall'inchiesta “Nuove leve” che stamani ha portato all'ordinanza di custodia cautelare a carico di dodici persone
di Tiziana Bagnato
24 febbraio 2017
12:34

Il  "Camacio" non solo impartiva ordini dal carcere, ma addirittura durante le udienze in tribunale riusciva a conferire le doti di ‘ndrangheta agli affiliati. E’ uno degli aspetti che emergono dalle pagine dei fascicoli dell’indagine ‘Nuove Leve’ scattata questa mattina all’alba e che ha portato la Polizia di Stato ad arrestare undici persone ritenute a vario titolo responsabili di associazione per delinquere di stampo mafioso e di numerose estorsioni ed intimidazioni ai danni di esercizi commerciali e imprenditori di Lamezia Terme.


A costituire il gruppo dei nuovi adepti proprio Vincenzo Giampà, detto il Camacio, che aveva preso le redini del ramo dopo che il settore aveva subito uno scossone prima per la rottura tra Vincenzo Bonaddio e Giuseppe Giampà e dopo a causa dell’inizio della collaborazione con la giustizia di quest’ultimo.



Il Camacio faceva attività di proselitismo anche in carcere con lo scopo di ricostituire il nucleo estorsivo. Le diverse operazioni di polizia che hanno portato dietro le sbarre negli ultimi anni decine di affiliati da un lato hanno, infatti, tolto manodopera e dall’altro aumentato il numero dei sodali da mantenere. Anche i commercianti che venivano in città come ambulanti per la fiera di Sant’Antonio sarebbero state vittime delle pressioni estorsive.

 

Tiziana Bagnato

Giornalista
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