‘Ndrangheta, sequestrati beni per 142 milioni a imprenditore di Reggio Calabria

Coinvolto già in passato in diverse inchieste per i suoi legami con le cosche del Reggino, destinatario del provvedimento è il noto imprenditore Pietro Siclari, attivo nei settori edilizio, immobiliare ed alberghiero.
18 febbraio 2017
08:17
Dia
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Nuovo provvedimento di sequestro beni eseguito dalla Dia di Reggio Calabria a carico di Pietro Siclari, 69 anni, noto imprenditore locale attivo nei settori edilizio, immobiliare ed alberghiero.

 


Lo stesso era già stato tratto in arresto nel novembre 2010 per estorsione aggravata, nell’ambito dell’operazione denominata “Entourage”. Dalle relative indagini era emerso che aveva intrattenuto rapporti con esponenti delle cosche “Libri”, “Alvaro” e “Barbaro di Platì”. Per tale vicenda è stato condannato, in primo grado, dal Tribunale di Reggio Calabria, con sentenza del 2013, ad otto anni di reclusione.

 

Nel maggio 2015 a seguito di un provvedimento emesso dal Tribunale di Reggio Calabria, al medesimo imprenditore erano già stati sottoposti a confisca i beni societari e personali, di cui, in seguito, la Corte di Appello reggina, con provvedimento emesso alla fine dell’anno 2016, aveva disposto il dissequestro.

 

A fronte di una nuova proposta, finalizzata all’emissione di una misura di prevenzione personale e patrimoniale, evidenziati nuovi ed ulteriori elementi che hanno consentito così alla Sezione Misure di Prevenzione del Tribunale di Reggio Calabria di rivalutare il giudizio di pericolosità del Siclari ed emettere un nuovo provvedimento di sequestro di beni.

 

I rapporti di Siclari con le cosche. Tra i principali, nuovi, elementi di valutazione emergono i rapporti intercorsi nel tempo tra il Siclari e gli esponenti di spicco della cosiddetta ‘ndrangheta della montagna (con particolare riferimento alle cosche “Serraino” ed “Alvaro”), i rapporti tra Siclari e la cosca “Libri” (come precisati dal collaboratore Riggio Giovanni), nonché il pieno inserimento dello stesso nell’ambito della “componente riservata della ‘ndrangheta” (come emerso dalle indagini condotte nell’ambito dei procedimenti “Mammasantissima” e “Fata Morgana”).


Il sequestro milionario. L’odierno provvedimento di sequestro ha riguardato, quindi, il patrimonio sociale in tutto o in quota di 5 società di capitali operanti nei settori dell’edilizia, immobiliare ed alberghiero site in Reggio Calabria e Villa San Giovanni, 87 immobili, tra appartamenti, villette, autorimesse, magazzini, locali commerciali e terreni ubicati nella provincia di Reggio Calabria e numerosi rapporti finanziari, tra conti correnti, conti deposito, gestioni patrimoniali, fondi comuni d’investimento e depositi titoli, per un valore stimato in oltre 142 milioni di euro.

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