Intestazione fittizia di beni, assolti i fratelli Vrenna e l’ex procuratore di Crotone

I fatti risalgono al 2008 quando gli imprenditori vennero coinvolti nell'inchiesta della Dda “Puma”. Il gup del Tribunale di Catanzaro li ha assolti perché il fatto non sussiste
17 febbraio 2017
13:16
Raffaele Vrenna
Raffaele Vrenna

Il gup del Tribunale di Catanzaro Pietro Carè ha assolto, perché il fatto non costituisce reato, l'ex procuratore di Crotone Francesco Tricoli e gli imprenditori crotonesi Raffaele e Giovanni Vrenna.

 


I tre - difesi dagli avvocati Francesco Gambardella, Luigi Fornari, Francesco Verri e Luigi Li Gotti - erano accusati in concorso di aver posto in essere operazioni societarie e commerciali volte ad attribuire fittiziamente ad altri la titolarità o la disponibilità di quote societarie, beni ed altre utilità, di fatto riconducibili a Raffaele Vrenna, al fine di eludere le disposizioni di legge in materia di prevenzione patrimoniale.

 

L'inchiesta. I fatti risalgono al 2008 quando gli imprenditori vennero coinvolti nell'inchiesta della Dda "Puma" e decisero di ricorrere al trust per la loro holding affidandone la gestione a Tricoli, all'epoca procuratore a Crotone. Per la Dda di Catanzaro però quella scelta sarebbe stata finalizzata a eludere eventuali misure patrimoniali antimafia.

 

Il pm Domenico Guarascio aveva chiesto la condanna a due anni e sei mesi per i fratelli Vrenna e ad un anno e otto mesi per il magistrato, ora in pensione. (ANSA)

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