I governatori del Sud non faranno la Lega, ma avviano movimenti autonomi

Dal vertice di Napoli emerge la necessità di fare squadra. Mirabello: «In Calabria faremo valere un nuovo ragionamento unitario che rappresenti la necessità di far sentire il nostro punto di vista sulla gestione del partito»
di Riccardo Tripepi
10 febbraio 2017
21:00

Non sarà proprio una corrente, ma un’area autonoma per affrontare i prossimi passaggi riorganizzativi che saranno fondamentali per il futuro del Pd. Oliverio, come già anticipato, ha deciso: non ci sta a restare appiattito nello scontro fra correnti e si muove nello stesso modo in cui stanno facendo gli altri governatori del Sud, da Crocetta a De Luca fino ad Emiliano. Il presidente della giunta, rimasto assai deluso dalla mancata nomina a commissario della sanità, vuol provare a riprendersi spazio anche per avere un’interlocuzione più efficace con i vertici del partito e con il governo nazionale.

 


E seppure ha bocciato l’ipotesi di una Lega del Sud da Napoli, dove si è tenuto il forum “Futuro 2020”, ha sottolineato, insieme agli altri presidenti del Mezzogiorno, la necessità di fare squadra per ottenere maggiore ascolto a Roma sia in tema di fondi europei, che di sanità. In perfetta sintonia con quanto dichiarato dai vari Emiliano, De Luca, Crocetta e compagnia.

 

La battaglia, insomma, sarà tutta interna al Pd che si sta pian piano trasformando in un coacervo di correnti sulla scorta della Democrazia Cristiana della prima repubblica. Nel riposizionamento complessivo in atto dentro al partito che, sull’orlo della scissione, si deve preparare a congresso ed elezioni, anche la Calabria vuol avere le mani libere.

 

Lo hanno stabilito Oliverio e i suoi più fidati sodali negli scorsi giorni. Dentro il Pd, ma con un’area autonoma che dialoghi con gli altri governatori meridionali e poi si vedrà. Dentro fin dal primo momento ci saranno i deputati Enza Bruno Bossio e Bruno Censore, così come il capogruppo del Pd in Consiglio regionale Sebi Romeo e il presidente della Commissione “Sanità” Michele Mirabello, oltre al coordinatore provinciale del Pd cosentino Luigi Guglielmelli. Ma solo per restare ad una prima rosa. Le adesioni sono aperte e andranno a coincidere, grosso modo, con gli uomini che hanno sostenuto Oliverio fin qui.

 

Lo conferma il consigliere Michele Mirabello che, però, non vuole sentire parlare di corrente. «Mi trovo in perfetta sinergia con il presidente Oliverio – ha affermato Mirabello – Un accordo che affonda le sue radici nella nostra storia passata. In questo momento le dinamiche del Pd sono particolarmente complesse e si può facilmente evincere che viviamo una stagione in cui gli equilibri sono da definire. In questo quadro ritengo che la Calabria debba giocare un proprio ruolo autonomo e insieme al presidente Oliverio faremo valere un nostro ragionamento unitario che non è la creazione di una nuova corrente, questo semplificherebbe troppo il ragionamento in corso, ma la necessità di fare sentire sui tavoli romani il nostro punto di vista sulla gestione del partito e sulle modalità con le quali andare avanti in una stagione così complessa».

 

Insomma, è proprio al Sud, dove il no ha stravinto al referendum, che si sta giocando la partita più pericolosa per Renzi che potrebbe vedere allontanarsi i governatori democrat con il bacino di voti che li ha portati a vincere le ultime elezioni. Da questo punto di vista sarà assai interessante capire quale sarà la posizione che l’ex premier assumerà alla direzione nazionale fissata per il 13 febbraio.

 

 Riccardo Tripepi

Giornalista
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